Calcio
Road to Brazil 2014: Le “Furie Rosse” ai raggi X – 19 dic
Il count-down è iniziato ufficialmente lo scorso venerdì 6 dicembre con i sorteggi degli otto gironi.
In attesa che salga la febbre per Brasile 2014, in questa nuova rubrica sottoporremo ai raggi X tutte le principali protagoniste della kermesse mondiale, analizzando rosa, punti di forza, carenze ed aspettative delle Nazionali che questa estate si contenderanno lo scettro di regina iridata.
Cominciamo naturalmente dalla Spagna supercampione di tutto in carica. Reduci dal trionfo di Sudafrica 2010 e da due primi posti negli ultimi due Europei, le Furie Rosse si sono prese a suon di tiki-taka una ghiotta rivincita dopo un’astinenza durata ben quarantaquattro anni.
Il ritmo soporifero, i fraseggi serrati e precisi e le improvvise verticalizzazioni costituiscono il micidiale arsenale che ha permesso all’invencible armada ispanica di primeggiare da cinque anni a questa parte sia dentro che fuori il Vecchio Continente. Le basi per il successo sono state poste da Luis Aragonés, il cui quadriennio si è concluso con la vittoria dell’Europeo 2008. Dopo di lui, la corazzata è passata tra le mani dell’attuale CT Vicente del Bosque, saggio nel ricalcare le orme del suo predecessore, senza apportare stravolgimenti tattici ma limitandosi ad assecondare quanto scritto nel DNA dei propri giocatori. Ne scaturisce una squadra spietata, che nel gioco simile ad un cobra che attende pazientemente il momento propizio per sferrare l’attacco: salvarsi diventa a quel punto praticamente impossibile. Oppure no?
I risultati ottenuti negli ultimi mesi parlano di una Spagna leggermente meno brillante di quanto ci si potesse attendere. Basti pensare alla vittorie spesso striminzite ottenute nel girone di qualificazione, in cui peraltro salta all’occhio l’1-1 casalingo contro la Finlandia, o ai risultati non certo eclatanti maturati in amichevole: 2-1 sul fragile Haiti lo scorso giugno, stesso punteggio per Guinea Equatoriale-Spagna, 2-2 contro il Cile di Vidal e sconfitta per 1-0 subita per mano del Sudafrica.
Le spiegazioni sono molteplici. Da una parte la maggiore consapevolezza delle avversarie, che hanno saputo almeno in parte studiare le contromosse al tiki-taka, schierando tutta la squadra dietro la linea della palla ed approfittando dei pochi palloni persi dai palleggiatori spagnoli per tentare un contropiede risolutore. In questo modo si dimezzano gli spazi e diventa difficile anche per dei radar come Xavi e Iniesta indovinare il corridoio giusto. Non è un caso il fatto che ultimamente la Spagna stia segnando molto meno che in passato.
Potrebbe incidere anche il fattore-appagamento. Le motivazioni, infatti, potrebbero non essere le stesse di quattro anni fa. Mentre Casillas e soci negli ultimi anni hanno vinto tutto, ci sono squadre altrettanto temibili (vedi Germania) la cui fame di titoli potrebbe risultare determinante.
Aggiungendo a tutto ciò la scarsa vena (realizzativa ma non solo) di calciatori-simbolo come Torres e Villa e le eventuali distrazioni di capitan Casillas, messo in discussione al Real per la prima volta in carriera, si capisce perché, pur restando tra le favorite, la Spagna in versione brasiliana potrebbe non essere in assoluto la primissima candidata a sollevare la coppa.
I CALCIATORI
Questo è uno di quei casi, non così frequenti nel modo del pallone, in cui i successi di una squadra non sono frutto di un mix di alchimie tattiche particolarmente efficaci, demeriti degli avversari e colpi di fortuna. La Spagna vince perché ha i giocatori più forti in ogni reparto, punto. A cominciare dal portiere. Quante altre squadre possono permettersi di abbonare alla panchina estremi difensori del calibro di Victor Valdes, Pepe Reina o David De Gea? Nessuna, semplicemente perché nessun’altra rappresentativa nazionale può vantarsi di avere a protezione della propria porta Iker Casillas. Sebbene il malcontento nato dalle incomprensioni con Mourinho prima e con Ancelotti poi potrebbe alla lunga ripercuotersi anche sulla Nazionale, il numero uno dei numeri uno resta lui, e non c’è Diego Lopez che tenga. Disputerà da protagonista il suo quarto Mondiale, lui che a soli trentadue anni detiene il record assoluto di presenze in Nazionale (152).
Anche nelle sue rare giornate no, Casillas può dormire sogni tranquilli, consapevole di poter contare sulla protezione di un solido pacchetto difensivo in cui giganteggiano i fuoriclasse Gerard Piqué e Sergio Ramos. L’alternativa ai due è rappresentata dal napoletano Albiol, dopodiché troviamo il vuoto. Se il centro della difesa è in ottime mani, lo stesso non si può dire per le zone esterne. I primi elementi chiamati ad agire sugli out sono Jordi Alba, devastante in propulsione ma ancora acerbo in copertura, ed Arbeloa, che nasce centrale e che non si distingue certo come uno dei terzini più efficaci al mondo. Si tratta, tuttavia, di trascurabili inezie, in quanto parliamo pur sempre di due calciatori di primo livello, titolari rispettivamente nel Barcellona e nel Real Madrid. Assieme a loro troviamo Azpilicueta del Chelsea e Monreal dell’Arsenal, elementi comunque discreti. Individuare nella retroguardia il tallone d’Achille dei Campeneos potrebbe strappare un amaro sorriso alle avversarie.
Di sicuro, però, la difesa è poca roba se paragonata al reparto che più di ogni altro ha fatto le fortune delle Furie Rosse. Da Xavi (130 caps con le Furie Rosse) a Iniesta, da Xabi Alonso all’ex bambino prodigio Fabregas; nel centrocampo spagnolo giostrano i migliori playmaker in circolazione. Se anche il nostro Andrea Pirlo fosse nato dalle parti di Madrid sarebbe stato il caso di aprire un’inchiesta. Non va dimenticato poi il blaugrana Busquets, tra i mediani che meglio sanno coniugare la qualità alla quantità.
Alla classe strabordante dei sopracitati registi va aggiunta la tecnica sopraffina di chi è incaricato non tanto ad impostare il gioco quanto a fare ammattire gli avversari con inserimenti, cambi di ritmo ed assist millimetrici. Il prototipo dello scardina-difese per eccellenza risponde al nome di David Silva, stella del Manchester City. Nonostante giochi solitamente largo a sinistra con il compito di rifornire la punta con i suoi assist al bacio, il ventisettenne ex Valencia ha un buon feeling con il gol, come dimostrano i venti centri in settantasette presenze con la Nazionale. Non è da meno il suo compagno di club Jesùs Navas, ala destra la cui imprevedibilità nell’uno contro uno lo rende un’arma micidiale a cui ricorrere anche in corso d’opera. Occhio anche al pupillo di Wengér Santi Cazorla: sessanta presenze con la maglia delle Furie Rosse per un campione che sarebbe titolare inamovibile in una qualsiasi altra Nazionale.
Ad essi va aggiunto il nuovo che avanza, il cui massimo esponente è il neo acquisto del Real Madrid Isco. Per assicurarsi le prestazioni del centrocampista offensivo classe ’92, le Merengue hanno dovuto sborsare al Malaga ben venticinque milioni di euro. Talento purissimo, dopo aver trascinato gli andalusi fino ai quarti di Champions ed aver vinto in estate gli Europei Under-21 superando in finale gli Azzurrini, Isco è pronto al definitivo salto di qualità. A febbraio 2013 il suo esordio in Nazionale maggiore.
Completano il quadro dei giovani emergenti Koke (’92, A. Madrid) e Iñigo Martinez (’91, Real Sociedad). Probabilmente non sarà il loro Mondiale (qualcuno dovrà pur restare fuori dai ventitré, no?) ma rappresentano un investimento sicuro per un futuro che per i campioni in carica si prospetta più che mai roseo.
L’attacco è forse l’unica nota stonata del percorso di qualificazione. Gli iberici non segnano moltissimo ed il loro bomber storici, David Villa e Fernando Torres, sono in palese fase calante. Zero gol in quattro presenze per il miglior marcatore spagnolo di sempre (56 centri, ben 12 in più di Raùl), zero gol per l’ormai ex Niño Torres, le cui difficoltà londinesi negli ultimi anni stando avendo serie ripercussioni sulla sua carriera in Nazionale. Fortunatamente c’è chi non li sta facendo eccessivamente rimpiangere. Si tratta di Pedro Rodrìguez, ala del Barça tutto fosforo e dribbling che ha collezionato 4 gol negli 8 match di qualificazione (con Ramos e Iniesta è l’unico calciatore ad essere sempre sceso in campo in tutte le gare) e di Álvaro Negredo, centravanti vecchio stampo recentemente trasferitosi a suon di milioni da Siviglia a Manchester, sponda City. Per lui 3 realizzazioni in sole 4 presenze. Il parco attaccanti non finisce qui, perché a sgomitare per un posto sull’aereo diretto in Brasile c’è anche Roberto Soldado, ex bomber del Valencia dai trascorsi madrileni. Le sue quotazioni sono leggermente in calo per via della stagione sotto tono del suo attuale club, il Tottenham, anche se fino a questo momento è tra i pochi a salvarsi tra gli Spurs.
Al contrario, crescono in maniera esponenziale le possibilità di vedere al Mondiale l’astro nascente Diego Costa. Brasiliano di nascita e naturalizzato spagnolo, il capocannoniere della Liga (17 reti con la casacca dell’A. Madrid, le stesse di Ronaldo) ha da poco dichiarato di preferire la Spagna ai verdeoro. In Brasile ci sarà. Salvo colpi di scena dovrebbe far parte della spedizione anche Juan Mata, esterno offensivo molto tecnico la cui permanenza al Chelsea è attualmente in discussione poiché Mourinho ha più volte dimostrato di preferirgli il brasiliano Oscar.
Insomma, scegliere chi questa estate dovrà guardarsi la kermesse iridata dal divano non sarà impresa semplice per Del Bosque.
SPAGNA
ROSA DEI CONVOCABILI
PORTIERI: Iker Casillas (Cap.), David De Gea, Pepe Reina, Victor Valdes.
DIFENSORI: Jordi Alba, Raul Albiol, Álvaro Arbeloa, César Azpilicueta, Beñat, Juanfran, Nacho Monreal, Alberto Moreno, Gerard Piqué, Sergio Ramos.
CENTROCAMPISTI: Xabi Alonso, Sergio Busquets, Santi Cazorla, Cesc Fàbregas, Javi Garcìa, Xavi Hernandez, Andrés Iniesta, Isco, Koke, Iñigo Martìnez, Javi Martìnez,Jesús Navas, David Silva, Mario Suárez.
ATTACCANTI: Diego Costa, Juan Mata, Michu, Álvaro Negredo, Pedro Rodrìguez, Roberto Soldado, Fernando Torres, David Villa.
COMMISSARIO TECNICO
Vicente Del Bosque
STATISTICHE GIRONE DI QUALIFICAZIONE
Gruppo I : Spagna (20 p.), Francia (17), Finlandia (9), Georgia (5), Bielorussia (4).
Saldo: 6 Vittorie, 2 Pareggi, 0 Sconfitte
Gol fatti: 14
Gol subiti: 3
Marcatori: Pedro (4), Negredo (3), S. Ramos, J. Alba (2), Soldado, Mata, Xavi (1)
GIRONE MONDIALE
Gruppo B: Spagna, Cile, Olanda, Australia
PALMARÉS
1 Coppa del Mondo (2010)
3 Campionati Europei (1964, 2008, 2012)
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook