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La scienza del calcio di rigore

Si può utilizzare la scienza, la matematica o la statistica per neutralizzare un calcio di rigore? Qualcuno ci ha fatto degli studi, e la risposta è semplicemente un “No”

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Calcio di Rigore

Calcio di Rigore (© Lucas Andrade – Pexels)

Battere un calcio di rigore, così come pararlo, è una scienza? Probabilmente no. Forse tutto sta nei nervi saldi di chi lo batte, dato che un tiro potente ed angolato scagliato dagli 11 metri è quasi impossibile da parare per qualunque portiere. Qualcuno, però, potrebbe pensare che la statistica possa aiutare. O ancor meglio la legge delle probabilità possa aiutare a difendersi dal calcio di rigore.

Così un portiere, dopo un paio di rigori tirati alla propria destra, potrebbe tuffarsi a sinistra. Pensando che le probabilità di azzeccare il lato siano superiori perchè ormai ci si aspetta il calcio verso destra. Bene, sbaglierebbe. Non avrebbe maggiori possibilità di parare.

La scienza applicata al calcio di rigore

Sbaglierebbe incappando nell’errore logico denominato “fallacia dello scommettitore”, infatti le probabilità che un calciatore decida di calciare a destra o sinistra, sono le stesse di quelle con cui escono il rosso ed il nero in una roulette: ovvero le stesse. I portieri, in poche parole, non dovrebbero buttarsi in base ai calci di rigore precedenti. A questa conclusione sono arrivati alcuni studiosi dello University College di Londra, che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca su Current Biology, dopo aver studiato i 361 tiri dal dischetto calciati nelle 37 partite che sono state decise dai calci di rigore nei Mondiali e negli Europei in un arco temporale di 36 anni.

Non solo, come detto, i portieri non riceverebbero un aiuto nella decisione di come tuffarsi in base ai tiri precedenti, ma anzi, incorrendo nell’errore detto “fallacia dello scommettitore”, diventerebbero addirittura prevedibili. Ma fortunatamente neppure chi batte il rigore è immune a questo errore, e comunque, non è solitamente uno scienziato dell’University College di Londra. Quindi, difficilmente anche chi si trova contro il portiere sa bene come sfruttare questo possibile errore in cui potrebbe incorrere l’avversario.

Infatti se il consiglio per i portieri è di decidere prima del rigore da che lato tuffarsi e poi mantenere quel lato qualunque cosa accada, per gli attaccanti il consiglio è quello di studiare da che parte il portiere è solito tuffarsi, oppure se alterna i due lati con qualche “schema” riconoscibile.

Solo uno schema riconoscibile può aiutare, ma non è detto basti

E quindi, da un certo punto di vista, sì, la scienza e la statistica possono servire a capire se c’è uno schema ricorrente, e in questo caso, portiere e/o tiratore, possono essere più incisivi. Quindi, se un calciatore batte un rigore da un lato e uno dall’altro, sarà più prevedibile, ma nel caso ne battesse due dal medesimo, farebbe saltare il conto. Idem per il lato in cui si tuffi il portiere.

É vero, lo studio dell’University College di Londra è un pop’ datato. Oggi la modifica della regola sulla rincorsa, aiuta chi batte il rigore e non chi lo deve parare. Ma rimane che non vi è una statistica o uno studio che possano aiutare a priori uno dei due a vincere il duello con l’altro.

E in tutti i casi, come cantava De Gregori: “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore“.

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