Calcio
Steven Gerrard: “ladies and gentlemen our captain”. L’ultima volta ad Anfield -17 mag
Lo sapevamo tutti che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno, ma come tutti quelli che hanno ancora una visione romantica di questo sport fatichiamo tutt’ora ad accettarlo. Steven Gerrard ha giocato la sua ultima partita ad Anfield con la maglia dei Reds. L’ultima volta da capitano davanti alla sua gente e al suo pubblico. Tutto Anfield cantava il suo nome, quello del suo capitano e la Kop, cuore pulsante del tifo Reds, si presentava con una gigantografia su cui campeggiavano le iniziali del loro capitano e al centro il suo numero 8. La partita è passata in secondo piano e poco importa se il Crystal Palace ha rovinato la festa di Steven G vincendo 1-3, perché il tributo della sua gente è molto più importante del risultato finale, come quella scritta enorme “Captain”, la prima cosa che Gerrard si è trovato davanti entrando in campo. Squadre pronte ad aspettare solo il suo ingresso in campo, la giusta passerella una leggenda come lui. Poi Gerrard si è presentato con le figlie non senza prima aver “salutato” la scritta This is Anfield, quella che si campeggia sul muro prima di salire le scale che portano al campo, quella che serve ad intimorire gli avversari. Ha ripetuto ancora una volta tutto ciò che ha sempre fatto da quando è diventato capitano, leader e leggenda del Liverpool, compreso quel Come on verso i suoi compagni. Lo ha gridato ancora una volta, racchiudendo in esso tutta la grinta del capitano, quella che ha spinto i suoi compagni in tutte le battaglie sportive.
Ha indossato quella maglia 709 volte vincendo 2 Coppe d’Inghilterra, 3 Coppe di Lega Inglese, 2 Community Shield, 1 Coppa Uefa, 2 Supercoppe europee e una Champions.Ha coronato il sogno di qualsiasi ragazzo che cominci a tirare due calci ad un pallone: giocare nella squadra del cuore. A 23 anni è stato eletto capitano da Houllier, lui gli ha consegnato quella fascia e proprio l’allenatore ieri era ad Anfield per rendergli omaggio. Sono passati tanti anni da quel 1998, da quella prima partita in maglia Reds contro il Blackburn. Cosi come ne sono passati tanti dall’annata 1999-2000, quella del primo goal allo Sheffilel Wednesday. Il goal più importante, per sua stessa ammissione lo ha segnato all’Olympiakos, la notte più bella, invece, neanche a dirlo, fu quella storica di Istanbul contro il Milan.
Più di una volta ha detto di giocare per suo cugino e lo ha ribadito nel settembre 2006 quando venne pubblicato Gerrard: My Autobiography. La dedica di quel libro era proprio «io gioco per Jon-Paul», in onore del cugino Jon-Paul Gilhooley, morto all’età di dieci anni nella strage di Hillsbourough del 15 aprile 1989. Nello stesso libro ha dichiarato: «È stata dura quando ho saputo che uno dei miei cugini aveva perso la vita, vedere la reazione della sua famiglia mi ha spinto a diventare il giocatore che sono oggi». Ha amato alla follia quei colori per i quali ha dato tutto, lo abbiamo visto sollevare molti trofei, guidare i suoi compagni alla vittoria nei momenti più impensabili (vedi Instanbul), ma lo abbiamo visto anche con fermo con le braccio sui fianchi dopo che un suo errore aveva fatto svenire le ultime speranze di vincere il campionato. Steven è quello che forse più di tutti ha sofferto per quei colori quando i risultati non arrivavano, figurarsi dopo un suo errore.
Ieri per l’ultima volta ha sentito risuonare le note di You’ll never walk alone nel suo stadio, nella sua seconda casa, lì dove ha lasciato una parte di cuore. In quello stadio di cui parlava così recentemente: “Quando sarò sul punto di morire, non portatemi all’ospedale, portatemi ad Anfield. Sono nato lì ed è lì che voglio morire”. Una storia d’amore che si è chiusa ieri, anche se siamo sicuri che quello di Gerrard al Liverpool sia solo un arrivederci, perché come ha detto lo speaker presentandolo: “Ladies and gentlemen our captain”. E quell’ “our” non lascia spazio all’immaginazione. Un domani se vi capita raccontate ai vostri figli la storia e la leggenda di quest’immenso uomo. Good luck captain! You’ll never walk alone!
#thankssteven
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