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Calcio

TOP 11: Le calciatrici più forti di sempre – 08 mar

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Celebriamo la “Festa della Donna” con una rapida ma doverosa carrellata delle migliori interpreti di sempre del lato “rosa” del nostro amato sport, il cui primo episodio degno di nota risale al giorno di Santo Stefano del 1920: la famosa squadra “Dik,Kerr’s Ladies F.C.” affrontò una squadra del Lancashire, la “St. Helen’s Ladies”, davanti a 50.000 spettatori entusiasti. L’evento suscitò tanto scalpore da indurre la Football Association a bandire il calcio femminile per mezzo secolo. Come già avevano fatto per questioni molto più serie, però, le donne seppero reagire e affermare i propri diritti. E adesso, quasi un secolo dopo, ecco quali sono state le più forti calciatrici di sempre!

#11 – Carolina Morace
Menzione d’onore per la nostra Carolina Morace, più forte calciatrice italiana di sempre e capace di conquistare per ben 12 volte il premio di capocannoniere in una carriera durata vent’anni e che l’ha vista vincere anche 12 Scudetti con 8 squadre diverse. Se la sua abilità di bomber è stata divisa tra squadre di tutta Italia, è in Nazionale che Carolina ha saputo farsi notare in tutto il mondo, guadagnando persino – caso unico nella storia – la copertina della “Gazzetta dello Sport” dopo una prestazione magnifica in Inghilterra: 153 partite per lei in azzurro, condite da ben 105 reti. Conclusa la carriera è stata anche presentatrice tv, opinionista di calcio in generale e allenatrice, sedendo anche sulla panchina della Viterbese, squadra maschile, unico caso nella storia in Italia.
 

#10 – Christine Sinclair
Cresciuta dividendosi tra calcio e baseball, la canadese Christine Sinclair ha alla fine optato per il primo quasi costretta da un talento incredibile: a undici anni guidava le compagne di scuola alla conquista di numerosi titoli nazionali, e da allora non si è più fermata, segnando caterve di gol e conquistando numerosi riconoscimenti di squadra e individuali. La Sinclair ha vinto per ben 7 volte il premio come miglior giocatrice canadese, è stata capocannoniere e miglior giocatrice del Mondiale Under-20 del 2002 e di gol in gol è arrivata fino alle Olimpiadi di Londra 2012, dove ha trascinato il suo Canada alla medaglia di bronzo conquistando ancora una volta il premio di miglior giocatrice e capocannoniere della competizione. Con la Nazionale della foglia d’acero vanta l’incredibile “score” di 152 reti in 218 gare.
 

#09 – Lotta Schelin
Charlotta Eva Schelin sta al calcio femminile come Zlatan Ibrahimovic sta a quello maschile. Attaccante potente ma tecnica, determinata e capace di segnare con ogni pallone che tocca, differisce dal noto connazionale forse solo per il carattere, decisamente meno scontroso. Per chi avesse dubbi sulle sue qualità basti notare che ad appena 24 anni aveva segnato nel Göteborg la bellezza di 116 reti in 154 gare, agendo alle volte anche da ala ma sempre con risultati soddisfacenti. Adesso che di anni ne ha 31 è una delle giocatrici più forti del mondo, stella dell’Olympique Lyonnais femminile dove ha segnato in sei stagioni ben 121 reti in 116 gare: più di un gol a partita, con in mezzo anche alcuni importanti infortuni che ne hanno persino limitato il rendimento. Se la carriera di club è impressionante (sei titoli francesi consecutivi, il settimo è in arrivo) in Nazionale è diventata un’icona superando Hanna Ljungberg in quanto a gol segnati: lo scorso ottobre contro la Germania è diventata la miglior marcatrice di sempre per la Svezia, con cui adesso si attesta a 75 reti segnate in 145 partite.
 

#08 – Hope Solo
In gioventù attaccante dal gol facile (oltre cento reti in tre anni ai tempi del College) si trasforma in portiere con la maggiore età, diventando poi nel tempo il miglior portiere di sempre che il calcio femminile ricordi. Bella, spigliata, dal carattere tutt’altro che facile, non è certamente solo un prodotto commerciale, ma un portiere spettacolare ed efficace, da quasi quindici anni titolare tra i pali degli Stati Uniti. La bella Hope ha giocato anche in Svezia e Francia prima di tornare in America, dove attualmente gioca per Seattle e dove è uno dei personaggi sportivi più noti del Paese. Nel 2007 viene allontanata dalla Nazionale dopo un litigio con l’allenatore, che nonostante ben tre rigori parati in semifinale le preferisce la veterana Scurry per la finale che le statunitensi giocano e perdono con il Brasile per 4 a 0. Reintegrata, dimostra di avere ragione con i fatti: nel 2008 trascina le compagne alla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino, nel 2012 si ripete a quelle di Londra. Nel 2011 le americane perdono la finale dei Mondiali con il Giappone, ma la Solo è eletta miglior portiere della competizione. Un’icona.
 

#07 – Abby Wambach 
178 reti in 236 partite. Basterebbe questo impressionante “score” per raccontare chi sia Mary Abigail “Abby” Wambach, una delle più forti giocatrici di sempre. Prima e unica calciatrice – maschi compresi – a ricevere il premio di “Atleta dell’Anno” dalla Associated Press, talmente forte da poter giocare in ogni zona del campo ma particolarmente letale sotto porta anche grazie ad un’abilità nel gioco aereo raramente vista in campo femminile. Nella sua città, Rochester, il 20 luglio è diventato “il giorno di Abby”, e il sindaco le ha consegnato le chiavi della città. Con gli Stati Uniti (il cui debutto arrivò in sostituzione della leggenda Tiffeny Milbrett) ha conquistato due medaglie d’oro alle Olimpiadi ed è arrivata due volte terza e una volta seconda ai Mondiali. In patria è una celebrità, nota per la sua partecipazione a numerosi programmi tv come il “David Letterman’s Show” e per aver posato nuda per “The Body Issue”, il magazine della ESPN. Era il 2012, e di lì a poco si sarebbe sposata con la compagna di sempre, anch’essa calciatrice, Sarah Huffman.
 

#06 – Homare Sawa
A sei anni, mentre guardava il fratello maggiore giocare, ricevette l’invito dell’allenatore di unirsi ai maschi. Occhio lungo o puro caso? Probabilmente puro caso, ma fatto sta che la piccola Homare ci prese gusto a prendere a calci il pallone. Ad appena 12 anni debuttava infatti nella “L. League”, la massima serie femminile in Giappone. Era il 1991, e da allora la Sawa – tutt’ora attiva – ha conquistato una miriade di trofei ergendosi come la più forte giocatrice giapponese di sempre ed una delle più conosciute e quotate anche a livello mondiale. Pallone d’Oro nel 2011, significative esperienze anche fuori dai confini nazionali, la Sawa ha debuttato nella Nazionale ad appena 14 anni ma non è mai riuscita a conquistare alcun trofeo con il Giappone, contribuendo comunque ad issarlo a livelli più che accettabili grazie alla sua classe, al suo carisma e al suo mettersi a disposizione di compagne e allenatori giostrando praticamente in ogni ruolo dell’attacco.
 

#05 – Sun Wen
Cresciuta assistendo alle partite di calcio maschile del padre, calciatore dilettante, la giovane Sun (il cui nome in mandarino significa “donna amabile”) si è rivelata fin da giovane una calciatrice straordinaria. Dal fisico minuto ma dal grande temperamento, bravissima sia nel dribbling che nel concludere ma capace anche di giocare di squadra e portata all’assist, Sun Wen si è distinta in patria e anche in una breve ma proficua esperienza in America, dove ha affinato il proprio gioco prima di tornare in Cina per preparare al meglio la Coppa del Mondo del 2003. Nel 1999 le sue prestazioni eccezionali sempre ai Mondiali, persi in finale contro gli Stati Uniti, le erano valse il riconoscimento unanime della critica come miglior giocatrice del torneo, e l’anno successivo l’hanno portata ad essere votata “Calciatrice del Secolo” insieme all’americana Ackers. In un movimento calcistico come quello cinese, che stenta a decollare anche nella parte maschile, Sun Wen può senz’altro essere riconosciuta come la più nota e abile rappresentante nella storia. 
 

#04 – Birgit Prinz
Attaccante potente e determinata, la tedesca Birgit Prinz è una delle calciatrici più famose di sempre in Europa, essendo riuscita a ritagliarsi uno spazio prima nel calcio femminile grazie alle montagne di gol messi a segno e poi in quello maschile, visto che attualmente è nello staff dell’Hoffenheim come psicologa sportiva. Cresciuta nel FSV Frankfurt, le buone prestazioni le sono valse 2 titoli nazionali e 2 coppe di Germania oltre che l’interessamento delle rivali cittadine dell’1.FFC Frankfurt, con cui ha speso poi l’intera carriera: in 13 stagioni ha conquistato 6 titoli nazionali e ben 8 coppe di Germania, numeri importanti in un campionato comunque molto competitivo quale quello tedesco. Il suo totale di reti in carriera, quando si è ritirata, recitava a livello di club la cifra di 282, arrivati per giunta in appena 262 partite con la media quindi di più di un gol a gara. Con la Germania ha giocato per 17 anni, segnando 128 reti in 214 incontri e conquistando 3 medaglie di bronzo olimpiche, 5 campionati Europei e 2 volte i Mondiali. Dai 17 ai 34 anni, in pratica, Birgit Prinz ha sempre vinto almeno un titolo a stagione.
 

#03 – Marta
Brasiliana, classe assoluta che le permetterebbe di giocare anche contro i maschi a dispetto di un fisico minuto, Marta è da molti considerata la più forte giocatrice di sempre a livello di tecnica assoluta. Con il pallone è infatti capace di fare quel che vuole, ma questa giocatrice – che viene naturale paragonare al noto connazionale Ronaldinho – è capace di usare questa enorme abilità in modo proficuo per la squadra, evitando il numero fine a se stesso. Attaccante capace di giostrare anche sulla trequarti, portata al gol così come all’assist smarcante per le compagne di reparto, Marta è emersa in Brasile giovanissima prima di iniziare un giro del mondo che l’ha portata in Svezia (Umeå IK), America (Los Angeles Sol, FC Gold Pride, Western New York Flash) e ancora Svezia: fino all’anno scorso stella del Tyresö, da quest’anno compie magie con la maglia del Rosengård. Dopo essere stata riconosciuta anche da Pelé come sua “erede” nel calcio femminile, la forma dei suoi piedi è stata impressa nel cemento del “Maracanà”, primo caso per una donna. Nelle ultime 9 edizioni del Pallone d’Oro femminile è sempre stata tra le prime tre, giungendo una volta terza, 3 volte seconda e vincendo 5 edizioni di questo prestigioso premio, per giunta consecutivamente dal 2006 al 2011.
 

#02 – Michelle Akers
Sportiva eccezionale, capace di vincere l’All-American per ben tre volte ai tempi del college, Michelle Akers si mette in mostra come una delle prime calciatrici di sempre grazie ad un fisico potente e ad una grande determinazione che la porta a cercare incessantemente il gol. Attaccante prolifica, fa il suo esordio in Nazionale non ancora ventenne e rete dopo rete si prende il ruolo di leader degli Stati Uniti che conquistano la Coppa del Mondo nel 1991: nella manifestazione segna ben 10 reti in 6 partite, per un totale di 39 reti in 26 gare nell’intero anno solare, una cifra impressionante. Proprio dopo questo torneo, però, le viene diagnosticata la Sindrome da Fatica Cronica, malattia che la porta a tremendi sforzi per continuare a giocare a calcio e che la rende propensa agli infortuni. La Akers però non rinuncia al suo sogno, stringe i denti e cambia posizione, spostandosi a centrocampo nel tentativo di limitare i duri contrasti a cui un attaccante è sottoposto. Questo, unito ad una dieta ferrea e ad una feroce determinazione, le permette di giocare ancora fino al 1999, quando si ritira dopo aver conquistato un altro Mondiale, in California, sotto gli occhi di un pubblico commosso per la sua incredibile – e vincente – storia.
 

#01 – Mia Hamm
Nata con una malformazione ai piedi corretta dopo anni di sofferenze, figlia di un ufficiale dell’aeronautica costretto a girare il mondo, la piccola Mia si avvicinò al calcio durante il periodo d’infanzia passato in Italia, a Firenze. La spinta per proseguire la carriera sportiva gliela diede uno dei fratelli, mentre un altro, Garreth, è morto prematuramente per una rara malattia del sangue spingendola ad occuparsi da allora di sociale. In campo la Hamm è stata a detta di chiunque l’abbia vista giocare la sola che avrebbe potuto tranquillamente giocare anche con gli uomini. Fenomeno universitario, con la squadra del Tar Heels fu nota praticamente in tutta l’America, arrivando ad esordire nella Nazionale a stelle e strisce all’età di 15 anni e guadagnandosi consensi unanimi. Dopo anni di dilettantismo, in cui segnò costantemente più di un gol a partita, gli Stati Uniti si dotarono di un campionato femminile professionistico, di cui la Hamm è stata l’icona nel vero senso della parola, apparendo nel logo mentre calcia un pallone. Con la maglia della Nazionale ha conquistato due Mondiali e due medaglie d’oro alle Olimpiadi, segnando 158 reti in ben 275 partite, mentre individualmente vanta 2 vittorie nel Pallone d’Oro. Anche dopo il ritiro ha continuato ad occuparsi di calcio e a mietere riconoscimenti: per il “Washington Post” è da considerare forse la più importante atleta di sempre, e dal 2014 fa parte del consiglio di amministrazione della Roma. Una vita per il calcio. 
 

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