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TRIPLICE FISCHIO SERIE A – Prova di rinascita per la Roma, di fiducia per la Juve e di forza per la Lazio

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Parlare di calcio già è complicato di suo, figuriamoci quando in mezzo ci si mettono problematiche non arginabili in così poco tempo. Questo maledetto coronavirus sta fermando tutto, anche la Serie A. La lotta tra Juventus, Lazio e Inter si è momentaneamente fermata, questo perchè la squadra di Antonio Conte non ha giocato e quindi non si possono dare giudizi definitivi su questa sfida a tre che sta entusiasmando il campionato attuale. Le squadre di Sarri e Inzaghi fanno il loro dovere, ritorna a farlo anche la Roma dopo quasi un’eternità.

Questa volta partiamo dalla squadra di Paulo Fonseca, chiamato a gestire una situazione non facile in un ambiente ostico per mille motivi. Nel focolaio dell’Olimpico la prova è stata convincente, anche perchè di fronte c’era un Lecce che veniva da un ottimo periodo, arricchito dalla vittoria esterna di Napoli. Si è però rivisto un gioco accettabile, con gli interpeti che – per quasi tutta la gara – hanno fatto il loro dovere. Dzeko è tornato a essere il leader principe di questa squadra, e il suo pensiero ottimista ha travolto per forza di cose tutto il resto del gruppo. Una Roma poco concreta nelle ultime uscite torna a far vedere finalmente sprazzi di gioco, e a prova di ciò ecco alcuni numeri determinanti: 435 passaggi riusciti, 19 tiri totali e 13 occasioni da gol. Un miscuglio di dati che fanno capire come la squadra capitolina sia sulla strada giusta per tornare quella di inizio stagione, bella e determinante. Prima si è parlato di Dzeko, un cenno speciale deve essere fatto anche per Henrikh Mkhitaryan: l’armeno segna e convince, può essere fondamentale in questo finale di stagione perché molto spesso alla banda romanista sono mancati i gol dagli esterni. Questa vittoria non deve però illudere nessuno dalle parti di Trigoria: la squadra sta cercando di uscire dalla crisi, ma non è ancora guarita e lo si capisce da alcuni interpreti che in questo momento stanno facendo fatica: Pellegrini e Under su tutti. Il primo sembra la brutta copia di quello ammirato a inizio stagione, il secondo non è molto lontano dal giocatore visto in passato. Anche in questo caso è un problema di mentalità e concentrazione, più che problemi tattici: non ci si può permettere di staccare la spina, nemmeno un minuto perché poi verrai punito. Devono capirlo tutti, serve una maggior concentrazione che poi, inevitabilmente, darà continuità alle prestazioni dell’intero gruppo. Contro il Lecce serviva solo una vittoria ed è arrivata, ora Fonseca deve essere bravo a controllare le menti dei suoi calciatori perché la Champions resta un obiettivo per la prossima stagione, senza poi dimenticare l’Europa League attuale che non si deve sottovalutare.

Da una romana all’altra: momenti opposti per i due lati della capitale, perché dall’altra parte c’è un Simone Inzaghi che sembra non volersi svegliare da un sogno che piano piano sta iniziando a diventare realtà. Una Lazio cinica e spietata regola, seppur con qualche pericolo finale, uno dei migliori Genoa di questa stagione. Inutile stare a dire sempre le stesse cose: il collettivo biancoceleste funziona a meraviglia, non si vedeva una squadra così da tanto tempo e tutti, nell’ambiente, sono consapevoli di ciò. L’obiettivo reale  di questa Lazio è la Champions League, quello ideale è lo Scudetto. Il passaggio da ideale a reale è spesso ambiguo, dipende sempre dalle varie situazioni e dal modo di ragionare in ottica di un obiettivo. Ora nessuno più ci si vuole nascondere, la squadra è lì in alto e deve lottare perché la Juventus quest’anno non è imbattibile, e il doppio confronto tra le due squadre in questa stagione ha confermato proprio questo. Non si molla un centimetro, perché Inzaghi è riuscito a valorizzare la sua squadra che ora pensa giustamente come una big. La parola chiave di questo momento è concentrazione: non si possono più lasciare punti per strada, perché basta poco per perdere il passo e buttare all’aria sogni e progetti che si stavano costruendo seguendo una logica precisa. C’è un altro aspetto da considerare: la spensieratezza di questa Lazio che non ha l’obbligo di vincere, a cospetto di una Juventus che è invece obbligata a confermarsi per non far diventare la stagione del tutto fallimentare. Il ciclo biancoceleste ormai è aperto, e l’impressione è che questa squadra arrivi presto al successo, non per forza quest’anno. Ma c’è un rodaggio troppo evidente per dire il contrario. Ora serve concentrazione, niente altro.

Infine la Juventus e i dilemmi che ormai stanno diventando sempre di più chiacchiere da bar. Sarrismo o non Sarrismo, Allegri o Sarri, tridente o non tridente: gli argomenti di discussione sono ormai sono sempre gli stessi. Questa volta il tridente c’è stato – Cuadrado e non Higuain – mentre il Sarrismo si è visto a sprazzi. Serviva soprattutto una prova di forza e fiducia, giusto per ricaricare le pile in vista di una gara che tutti aspettando a Torino, ovvero quella di Champions contro il Lione. A Ferrara, Sarri ha avuto diverse indicazioni: innanzitutto Ronaldo che, quando gioca, fa diventare Cristiani tutta la squadra; c’è poi la resurrezione di Ramsey, che deve fare la mezz’ala altrimenti dire che è sprecato è dire poco. Altra buona notizia è il ritorno di capitan Chiellini, che al Mazza sembrava ancora un pò arrugginito. Non c’è stato un Sarrismo totale, ma rispetto alle ultime uscite si è vista una squadra più abile nel palleggio e più determinata nell’ultimo passaggio. Attenzione però ai cali di concentrazione, perché il fallo di Rugani su Petagna poteva costare carissimo, perché una partita praticamente chiusa è stata riaperta e una squadra di questo blasone non si può permettere ciò. Ora Sarri deve essere bravo a trovare la quadra giusta, perché la Champions League non è come il campionato e quindi non puoi permetterti passi falsi. Anche perché il tecnico toscano è sotto esame (non quello delle poste) e si fanno sempre più insistenti le voci che vogliono Guardiola sulla panchina della Juventus. Ci pensano i tifosi, ci pensa Agnelli come dichiarato da lui stesso. Attenzione però a distogliere l’attenzione dagli obiettivi di quest’anno, perché la squadra è in lotta su tre fronti diversi e non se ne deve mollare nemmeno uno. Anche se ormai tutti pensano alla Champions.

Dunque, questa breve omelia è servita – se ce ne fosse bisogno – per confermare determinate situazioni: la prova di forza della Lazio, la prova di fiducia della Juventus e la prova di rinascita della Roma. Ora si spera solamente che la situazione coronavirus si plachi, anche perché è meglio ascoltare apparenti professori di calcio che apparenti dottori.

Alla prossima.

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