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Una Serie A “straniera”: punto di forza o punto a sfavore?

A causa del grande numero di talenti provenienti dall’estero la nostra Serie A sta smettendo di sfornare giocatori di alto livello?

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Logo Serie A (©Bologna FC 1909)
Logo Serie A (©Bologna FC 1909)

In base a un recente studio di CIES Sports Intelligence (sezione del Centro Internazionale di Studi Sportivi, un’organizzazione indipendente che si occupa di ricerca e formazione nell’ambito dello sport), la Serie A risulta essere uno dei campionati europei con la più alta percentuale di giocatori stranieri. Per la precisione, la massima serie italiana ha un 61,3% di calciatori provenienti dall’estero: un numero molto maggiore rispetto agli altri grandi tornei europei. Nella classifica, Liga, Bundesliga e Ligue 1 non rientrano nemmeno nelle prime dieci posizioni.

Per l’esattezza, il primo posto è occupato dalla First Division cipriota (70,8%), seguita dalla Super League 1 greca (64,3%) e dalla Süper Lig turca (63,5%). Alla base del podio troviamo la Premiership scozzese, con il 63,2% di atleti stranieri. La Serie A è quinta in classifica, con la Premier League che segue a ruota. In settima e ottava posizione troviamo rispettivamente la Primeira Liga portoghese (58,5%) e la Pro League belga (57,5%). La classifica, poi, conta anche la MLS statunitense, inserita al nono posto con il 51,9% di atleti stranieri. Chiude la lista dei primi dieci la Svizzera, con la sua Super League che ospita il 48% di giocatori provenienti dall’estero.

I grandi tornei europei non superano il 40% di giocatori stranieri: l’unica eccezione è la Premier League inglese

La Liga spagnola si ferma al 37,4%: con una Nazionale piena di baby fenomeni (da Lamine Yamal a Nico Williams), le Furie Rosse stanno sbaragliando la concorrenza agli Europei 2024, arrivando a giocarsi la coppa in Finale. Anche la Bundesliga tedesca ospita un basso numero di giocatori provenienti dall’estero, con la percentuale che non supera il 38,7%. Diverso è il caso dell’Inghilterra, altra finalista di Euro2024: l’avvincente Premier League, composta da alcuni dei club più rinomati al mondo, è caratterizzata dal 60,6% di giocatori stranieri. Dopo l’Italia, è il grande torneo europeo con la percentuale più alta.

Bisogna però notare come quasi tutti i giocatori della Nazionale militino nel campionato inglese: le uniche eccezioni sono rappresentate dalle star Jude Bellingham (Real Madrid) e Harry Kane (Bayern Monaco). Esattamente il contrario rispetto alle Nazionali di Spagna e Germania, composte da numerosi atleti che militano in campionati esteri. Ciò è interpretabile in un modo.

Il calcio spagnolo sforna grandi talenti che in seguito vanno in giro a giocare per l’Europa, per poi essere richiamati a rapporto quando gioca la Selección. Al contrario, il calcio inglese attira i più grandi fenomeni del mondo ma dà meno importanza alla “formazione” del proprio vivaio (ed è per questo motivo che l’Inghilterra, pur rimanendo una selezione di grande livello, fatica più di altre Nazionali a ottenere risultati importanti).

La Serie A non riesce più a sfornare atleti di alto livello?

In base a questi dati, si potrebbe dire che la Serie A rappresenta un caso simile alla Premier inglese. Il nostro campionato attira grandi talenti dall’estero, che dunque alzano il livello della competizione. Allo stesso tempo, molti dei giocatori italiani più promettenti, cresciuti nelle giovanili delle nostre squadre, a un certo punto tendono a lasciare la Serie A in favore di tornei ancora più celebri. Il problema si pone quando è ora di convocare le Nazionali.

Gli stranieri giustamente rientrano in patria per indossare i propri colori, mentre gli Azzurri faticano a raggiungere quel livello a cui sono abituati quando giocano nei propri club. L’esempio più evidente è rappresentato dal cosiddetto “blocco Inter”: Barella, Frattesi e Bastoni, ad esempio, hanno vinto lo scudetto con l’Inter, ma con l’Italia agli Europei non si sono praticamente visti.

In ogni caso, la Nazionale Azzurra va rifondata ancora una volta. Nel frattempo, non ci resta che augurarci che le squadre italiane onorino il nostro calcio nelle competizioni europee della stagione imminente (dalla Champions League alla Conference).

(Fonte: CIES Sports Intelligence, Dario Donato)

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