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Cultura e Dintorni: La “Bocca della Verità”

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Molti di quelli che sono stati a Roma, sono stati a vedere anche la famosa “Bocca della Verità” ed anche chi non è mai stato a Roma, quasi sicuramente conosce questo mascherone in marmo a cui la tradizione attribuisce una caratteristica incredibile: distinguere tra verità e bugia. Racconti medievali infatti, la danno dome vera e propria prova per reali e non, intenti ad affermare la propria buona fede.

E’ altrettanto noto cosa sia in realtà questo oggetto? Speriamo di si, ma forse no…

Di certo, è un’oggetto di pregevole fattura, in marmo pavonazzetto che nulla c’entrava con la chiesa di Santa Maria in Cosmedin nel cui pronao è stato murato nel 1632, dopo un restauro voluto da Papa Urbano VIII un anno prima. L’oggetto rappresenta un volto barbato i cui occhi, naso e bocca sono forate, e che nonostante le varie interpretazioni (Giove, Oceano, ecc.), molto probabilmente rappresenta una “semplice” divinità fluviale.

La fama leggendaria di questo oggetto, nacque nel Medioevo. Nell’XI secolo era citata nelle “guide” per i pellegrini e le veniva attribuito il potere di pronunciare oracoli.

In un testo tedesco del XII secolo si parla di come l’imperatore romano Giuliano l’Apostata non riuscì a togliere la mano dalla bocca una volta giurato il falso nei confronti di una donna, a cui poi dovette pagare pegno.

Sempre nel Medioevo nacque anche la leggenda che Virgilio Grammatico (omonimo del  famoso poeta mantovano) avesse fatto costruire appositamente quest’oggetto e che grazie alle sue arti magiche, l’avesse resa giudice della fedeltà muliebre. A tal proposito infatti abbiamo degli scritti del XV secolo, che ne parlano come della pietra che in passato mostrava se una donna avesse fatto “fallo” a suo marito…

La “Bocca della Verità” appare anche in una scena del film “Vacanze romane” con Audrey Hepburn e Gregory Peck, che vi riproponiamo nel filmato qui sotto.

In anni più recenti sono nati anche veri e propri “marchingeni” che leggono la mano o danno responsi di dubbia natura, con la forma della “Bocca della Verità”.

Il nome “Bocca della verità” compare nel 1485 e da allora è rimasta tale, venendo frequentemente riprodotta in disegni e stampe come leggendaria pietra di oracoli e giudizi. Vista la quantità di turisti che ancora oggi la visitano, è evidente che l’interesse  verso questo oggetto è ancora davvero forte.

Ma ancora non abbiamo detto cosa sia in realtà. Quando venne costruita, davvero serviva a questo?

Ovviamente no, ma la sua importanza per Roma (e non solo) è stata fondamentale perchè facente parte di una delle opere ingegneristiche che hanno segnato il tempo, aiutando lo sviluppo di quella che poi è stata la “caput mundi”. Si diceva all’inizio che molto probabilmente il volto è quello di una divinità fluviale, infatti la “Bocca della Verità” in realtà altro non era che un tombino, probabilmente della Cloaca Maxima, e la divinità fluviale doveva quindi inghiottire le acque (con i fori di occhi, naso e bocca). La Cloaca Maxima, con le sue varie ramificazione, rese salubre ed edificabile tutta la valle tra Campidoglio e Palatino, cioè tutto quel territorio che ora conosciamo come Velabro, Foro Romano e Fori Imperiali.

In poche parole, la “Bocca della Verità” è un tombino di una fogna, ma proprio perchè le fognature furono una delle cose che fecero crescere e prosperare Roma, merita di essere visitata…anche se magari per una leggenda e non per il suo vero utilizzo.

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