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Film: Il Responsabile delle Risorse Umane

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IL RESPONSABILE DELLE RISORSE UMANE – recensione di Giulio Bovi(Sbirola)
 
nazione: Israele
anno: 2010
genere: drammatico
durata: 103 minuti
regia: Eran Riklis
Cast: Mark Ivanir, Reymond Amsalem, Gila Almagor, Guri Alfi
Produzione: 2-T Production
 
Recensione
 
Un attentato nel cuore di Gerusalemme. Tra le vittime una donna senza documenti, il cadavere resta all’obitorio per una settimana. L’azienda per la quale lavorava (che non s’è accorta dell’assenza)  viene accusata di crudele mancanza di umanità. Sarà il Responsabile delle risorse umane a rimediare, ma la sua missione è molto piu importante: trovare dentro di se le risorse umane per vincere la durezza del proprio cuore.
Film  proposto da Eran Riklis, dopo “il giardino di limoni” , tratto dal romanzo di Abraham Yehoshua, è innescato in uno dei tanti tragici episodi degli attentati suicidi del conflitto israelo-palestinese, che coinvolgendo degli innocenti, tocca il problema dell’immigrazione clandestina. Muovendo alcune realtà burocratiche, il film diventa poi un viaggio in compagnia della bara per scoprire i sentimenti di un divorziato, che è anche uomo che seleziona e valuta il personale di un’azienda. Il cadavere rimasto e non reclamato in obitorio dopo il drammatico fatto di sangue, davanti all’opinione pubblica  rimanda la sua spietata immagine di se stesso. Il regista, così, alterna un tono tragicomico, sostenuto da una musica gitana, e sviluppa improbabili situazioni in una suggestiva Romania agreste e invernale, ma il tutto sa di artefatto, distaccato, senza cuore, come il protagonista all’inizio.
Riklis compone una storia che parte da un evento doloroso e trova poi nel “viaggio” aspetti piu profondi. L’incontro tra israeliani  e gli abitanti di un remoto piccolo centro della Romania sembra far nascere dissidi da un momento all’altro, ma alla fine, a prevalere, è una sorta di compassione, il bisogno di cercare di capire le difficoltà degli altri e di lasciarsi in buoni rapporti. Toni sommessi, malinconici, più da favola che ritratto realistico.
La frase cult: “qui non siamo nè in occidente, nè in oriente, le cose non funzionano come a casa sua”   

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