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Le Collezioni del Museo Civico Archeologico di Bologna

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Collezione etrusca


Il periodo più documentato a Bologna, e per il quale il Museo Civico Archeologico di Bologna si caratterizza, è quello relativo alla civiltà etrusca. Un’imponente documentazione archeologica permette di seguire lo sviluppo dell’insediamento di Bologna, l’etrusca Felsina, dalle origini (IX secolo a.C.) fino all’invasione gallica della metà del IV secolo a.C.

La civiltà etrusca a Bologna presenta uno sviluppo coerente dal IX alla metà del IV secolo a.C., un lungo periodo che è possibile suddividere in fasi successive, corrispondenti a diversi momenti culturali: fase villanoviana, fase orientalizzante, fase felsinea.

Un’intensissima attività di scavo, condotta soprattutto nella seconda metà del 1800, da grandi archeologi quali G. Gozzadini, A. Zannoni ed E. Brizio, ha consentito di recuperare molte migliaia di oggetti che, secondo criteri rigorosamente scientifici e didattici, vennero prontamente esposti nelle sale del Museo, inaugurato nel 1881, presto divenuto modello anche per altri musei italiani.

L’allestimento originale, in parte ancora conservato, arricchito da affreschi eseguiti nell’800, che riproducono fedelmente le pitture delle tombe di Tarquinia, Chiusi e Orvieto, è uno dei rari esempi ancora esistenti di museografia ottocentesca italiana.

 

Collezione Greca

Il materiale ora riunito nella collezione greca, comprendente soprattutto ceramiche e in misura minore marmi, terrecotte, oreficerie e pietre incise, è costituito dalle raccolte Palagi ed Universitaria e da altre piccole donazioni: Banzi, Brunelli, Gozzadini, Lambertini.
Nucleo centrale della collezione è la raccolta di Pelagio Palagi, costituita soprattutto da vasi attici e magno greci acquistati dal pittore bolognese fra il 1827 ed il 1843.
Agli anni intorno al 1830 risale l’acquisto, presso gli antiquari veneziani Sanquirico, di ceramiche dell’Italia Meridionale, che offrono una vasta esemplificazione delle diverse fabbriche magno-greche.

Successivamente, soprattutto negli anni 1840 e 1841, la collezione si arricchì di vasi attici a figure nere e a figure rosse, scelti dal Palagi stesso, in base alla bellezza del disegno, all’interesse delle rappresentazioni figurate e alla varietà delle forme.
Della collezione Palagi fa parte una delle opere di maggior pregio del Museo: la testa di marmo dell’Atena Lemnia, considerata la migliore delle copie pervenuteci di una famosa statua della dea eseguita da Fidia.

All’attività antiquaria di Luigi Ferdinando Marsili (1658 – 1730) si deve invece parte della raccolta di marmi greci e romani, oltre ad un certo numero di ceramiche, la cui attribuzione alla collezione del nobiluomo bolognese è stata possibile grazie al confronto con due volumi ad olio fatti eseguire dal Marsili stesso. 
Nel primo ordinamento del Museo Civico (1881), la Sala VI venne dedicata ai “monumenti greci”; da allora l’allestimento è rimasto praticamente immutato, per l’esigenza di conservare un esempio di quella museografia ottocentesca, ormai pressoché scomparsa nei nostri musei, ma che rimane una conquista importante della cultura italiana dopo l’unità d’Italia.

Tuttavia le esigenze conservative ed espositive hanno recentemente imposto un adeguamento dell’allestimento; partendo dalla necessità di non cancellare l’assetto generale della sala, si è proceduto ad un aggiornamento tecnologico dell’arredo, ad un riordino delle raccolte sulla base degli studi più recenti, insieme alla realizzazione di un moderno apparato didattico, arricchito da un data base consultabile direttamente in sala, volto a fornire immagini dettagliate e informazioni su tutti i vasi esposti.

 

Collezione Romana

La collezione di antichità romane del Museo Archeologico trae origine in parte da scavi effettuati a Bologna e nel suo territorio ed in parte da nuclei collezionistici, in particolare le raccolte Universitaria e Palagi. I materiali rinvenuti nel corso degli scavi illustrano la storia della colonia latina di Bononia, fondata dai Romani nel 189 a.C., lungo il tracciato di un’importante via di traffico che solo due anni dopo venne rettificata col nome di via Emilia.

I numerosi ritrovamenti avvenuti in vari luoghi dell’attuale centro cittadino hanno permesso di individuare i più importanti edifici pubblici, da cui provengono statue, iscrizioni e decorazioni architettoniche, e vari impianti di abitazioni private, oltre naturalmente alle aree di sepoltura, situate, come di norma, all’esterno del perimetro della città romana.
Facevano invece parte delle collezioni Universitaria e Palagi i materiali ora esposti nella sala IX del Museo; si segnala la ricca raccolta di vasellame di vetro, di bronzetti figurati e di instrumentum domesticum: chiavi, fibule, aghi, cucchiai, campanelli, pesi, bilance, vasellame. Pregevole anche la serie di avori paleocristiani (dittici e pissidi), decorati da motivi sacri e profani. La sezione relativa alle sculture in marmo comprende rilievi, statue, ritratti pubblici e privati, documenti dell’attività delle botteghe romane di età imperiale.

 

Collezione Egiziana

Alcune antichità egiziane arrivano a Bologna tra il ‘500 e il ‘600, quando si manifesta in città un iniziale interesse per l’antico Egitto, ed entrano a far parte delle collezioni di Ulisse Aldrovandi (1522-1605) e di Ferdinando Cospi (1606-1686). Questi reperti, ceduti dai loro proprietari al municipio di Bologna, confluiranno in un primo tempo nella raccolta di antichità dell’Istituto delle Scienze e poi nel Museo dell’Università assieme a vari altri materiali egiziani.

Agli inizi dell’Ottocento il pittore bolognese Pelagio Palagi (1775-1860) crea un’importante raccolta di antichità egiziane, acquistata in gran parte dal cancelliere presso il consolato d’Austria in Egitto, Giuseppe Nizzoli. Alla morte di Palagi gli oltre tremila oggetti egiziani in suo possesso sono ceduti al Municipio di Bologna e, dopo alcuni anni, uniti a quelli dell’Università in due sale al primo piano di Palazzo Galvani, sede dal 1881 del Museo Civico Archeologico. 
Negli anni seguenti arricchiscono la sezione egiziana del Museo le donazioni, quasi sempre piccoli oggetti (statuette, coni funerari, scarabei, amuleti, etc.), di alcuni cittadini bolognesi.

Gli ultimi incrementi della collezione risalgono a tempi molto recenti. Nel 1987 il Museo riceve in dono una raccolta di 85 oggetti risalenti all’Età greco-romana e poi, nel 1994, un pregevole busto di statua donato dalla Fondazione della Banca del Monte per celebrare il trasferimento della sezione egiziana nei sotterranei di Palazzo Galvani .
La raccolta di antichità egiziane del Museo Civico Archeologico di Bologna è attualmente costituita da quasi 4000 oggetti ed è considerata una delle più importanti d’Italia, assieme a quelle di Torino e Firenze.

Nel Maggio 2012, infine, la collezione si arricchisce di un nucleo di materiali Predinastici e di I Dinastia, concessi in prestito pluriennale dal Rijksmuseum van Oudheden di Leida a seguito del progetto “Horemeb a Saqqara”.

 

Collezione Numismatica

La collezione numismatica bolognese, interamente conservata presso il Museo Civico Archeologico, è costituita da circa 100.000 esemplari, tra monete, medaglie e coni e si connota come uno dei nuclei più rilevanti delle collezioni storiche dell’ istituto e tra le più importanti raccolte numismatiche del nostro paese.Tra le sezioni più significative e importanti si segnalano il consistente nucleo delle monete romane di età repubblicana e imperiale e la raccolta delle monete di zecche italiane; considerevole per la qualità e la rarità degli esemplari è la collezione delle medaglie, databili dal XV secolo ai giorni nostri. Meno consistenti, ma ugualmente significativi, sono i nuclei delle monete emesse dalle zecche della Grecia e della Magna Grecia e la collezione di monete delle zecche straniere.
Dal 1994 è stato avviato l’ imponente lavoro di sistemazione e di verifica dell’ intero Medagliere, per proseguire l’ ordinamento, la classificazione e la schedatura scientifica del materiale, anche attraverso l’ utilizzo dei sistemi informatici, per la creazione della banca dati elettronica della collezione bolognese.

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