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Libri: Una banda di idioti

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Una banda di idioti

Autore: John Kennedy Toole
Editore: Marcos Y Marcos
Genere: Romanzo
Anno: 1998

Sinossi

Il romanzo è ambientato a New Orleans nei primi anni sessanta. Il protagonista è Ignatius Jacques Reilly, un trentenne corpulento con gusti di abbigliamento decisamente discutibili, che vive con la madre Irene in una casa popolare nel nord della città. A causa di un’incidente d’auto, i due devono fare fronte a ristrettezze economiche ed Ignatius deve cercare lavoro, nonostante questo gli crei enormi turbamenti psicofisici. Il corpo di Ignatius è infatti tanto mastodontico quanto lo è il suo ego, e la sua autostima. Si considera un genio, mentre considera chiunque altro un idiota ed un mediocre. La ricerca del lavoro, lo porterà in contatto con altre persone che caratterizzano la New Orleans del tempo, quelli che lui stesso bolla come idioti. Ignatius J. Reilly pensa di essere il nuovo Boezio, e crede di poter salvare il mondo, che negli anni sessanta a suo dire manca di geometria e teologia. La storia racconta oltre che una parte della vita del protagonista, anche uno spaccato dell’america di quegli anni, ed in particolare quella di una città “multietnica” quale New Orleans. Da tutto questo nascono una serie di avvenimenti, incontri e scontri che sconfinano nel grottesco e nell’incredibile, fino ad un finale quasi fiabesco.

Recenisione

Non è per nulla semplice recensire un libro del genere. “Una banda di idioti” ha più piani di lettura e comprensione. La prima quella superficiale, può portare a non apprezzare il libro, che di base è una commedia dell’assurdo, con personaggi improbabili che interagiscono tra loro creando eventi assurdi. Il secondo piano è quello della critica della società americana dell’epoca ma anche di quelle persone che si dicono anticonformisti, finendo solo per essere l’altra faccia di una stessa medaglia. Una medaglia che nel libro è caricata di caratteri grotteschi e di ipocrisia.

Durante la lettura si ride tanto, e si ride davvero di gusto, ma allo stesso tempo le situazioni sono così surreali, da non essere credibili, ed a volte ci si può chiedere perchè si continui a leggere il libro. Lo stereotipo, l’assurdo e l’incredibile sono spinti all’estremo ma combaciano perfettamente con i personaggi e spesso, l’assurdo porta ad una serie di eventi insperati neppure dallo stesso protagonista. Eventi che poi però precipitano in modo rapido verso il costante fallimento, proprio perchè completamente impossibili e per la totale incapacità dei protagonisti di fare qualcosa di davvero sensato.

Dunque perchè chiedersi spesso “Perchè dovrei finire questo libro così assurdo?” e continuare comunque a leggerlo? La risposta me la sono data, ed è semplice: il libro è un capolavoro e non solo per le risate che si fanno.

Ciò detto, penso sia doveroso spiegare perchè questo venga annoverato tra i classici americani del XX secolo, e perchè ha vinto il Pulitzer per la letteratura.

La struttura letteraria di “Una banda di idioti” rispecchia la struttura del libro preferito di Ignatius, il De Consolatione Philosophiae del filosofo Boezio (Anicio Manlio Torquato Severino Boezio). Oltre alla divisione in capitoli e sottocapitoli ed al tener fuori da questi alcuni imput narrativi, che rispecchiano il De Consolatione, nel libro di Toole vi sono degli scritti del protagonista tratti dal proprio diario oppure lettere scritte alla sua controparte femminile (Myrna Minkoff) che interrompono la narrazione “normale” del libro, così come Boezio intermezzava le parti in prosa con poesie. Il libro poi, è
parzialmente autobiografico, infatti anche Toole lavorò presso una fabbrica di pantaloni e come venditore ambulante di alimenti, ed anche il rapporto madre/figlio tra Irene e Ignatius, deve qualcosa al rapporto tra Toole e la madre. Ultima nota per capire il libro sono le vicissitudini vissute dal romanzo stesso. Il romanzo venne respinto da vari editori e quando nel 1969 Toole morì suicida, la madre trovò il manoscritto sparso nei cassetti della camera del figlio. Dopo averlo letto e ritenutolo valido, iniziò a tempestare di richieste una serie di noti letterati, alla ricerca di qualcuno che lo pubblicasse. Solo nel 1980, si arrivò alla pubblicazione, undici anni dopo la morte dell’autore. L’anno dopo, il libro vincerà il premio Pulitzer per la letteratura. Sicuramente, negli anni ’60 non si poteva ritenere questo libro “politicamente corretto”, ecco forse il motivo di tanti rifiuti. Ultima nota: a New Orleans, davanti agli ex magazzini Holmes, dove inizia la storia del libro, è stata posata una statua di Ignatius J. Reilly.

La storia di questo romanzo, unita alla storia narrata, alla critica alla società (ed a se stesso) unita allo spasso delle situazioni surreali descritte, fanno di questo libro un capolavoro. E come tutti i capolavori o si amano o si odiano.

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