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Musica e sport: la magia delle emozioni del cantautore bolognese Matteo Venturi – 25 gen
Come sul palcoscenico, anche nelle interviste è diretto, immediato e senza filtri. Perfettamente a suo agio. Semplicemente lui, Matteo Venturi, cantautore bolognese che ha pubblicato “E noi due”, il nuovo singolo (con videoclip) tratto dall’album Tre Minuti di Canzone, uscito lo scorso 28 ottobre. In un intenso flusso emotivo tra sport e musica, Venturi si racconta.
Venturi, se fosse un calciatore in che ruolo giocherebbe?
“Mi piace immaginarmi un regista. Paragono la mia nuova carriera nella musica al fatto di saper scegliere e saper prendere ogni decisione. Per quanto un artista si metta in gioco con rinunce e sacrifici, per quanto riesca ad arrivare in un punto preciso, mi paragono ad un regista perché penso che nessuno arrivi ad un risultato completamente da solo. Anche se le idee di partenza sono nella mia mente come i testi, le musiche, le scelte per i video, le sceneggiature etc.. tutte queste cose non bastano, per vincere la partita”.
Cosa occorre, pertanto?
“È necessario avere un’ottima squadra, come nel calcio. Ogni idea o “azione” che nasce nella mia mente viene poi perfezionata e sviluppata assieme alle tante persone – bravissime – che credono in me e che ho scelto nella mia squadra. Ho la fortuna di avere compagni straordinari a cui posso “passare la palla” sapendo che ogni azione prosegue e viene perfezionata al meglio, migliorando di gran lunga l’idea di partenza con la loro grandissima esperienza. È importantissimo avere un team di cui ti fidi a pieno. Credo che anche nella musica “il vincere la partita” non è solo merito del cantautore ma di tutta la “squadra” che lo sostiene nei momenti difficili e nei momenti di festeggiamenti. “Fare goal” è una azione che va perfezionata con l’esperienza di ognuno, come del mio produttore, dei miei musicisti e del mio ufficio stampa per avere “tre minuti di canzone” che siano il più perfetto e completo possibile su ogni aspetto. Soltanto insieme si vince la partita”.
In famiglia siete appassionati di calcio e tifosi rossoblù?
“In famiglia colui che più è appassionato di calcio è sempre stato mio padre; frequentatore dello stadio da sempre, con i suoi racconti delle gesta del mitico Bologna di Gigi Maifredi e del suo ‘calcio champagne’, dei goal di Baggio, Signori e Di Vaio, mi colpivano le esaltazioni per queste gesta o per le promozioni. Sono bolognese, ma anche se fare musica assorbe la maggior parte del mio tempo, il cuore e la fede rimangono sempre ‘rossoblu’!”
Quando ha iniziato ad interessarsi alla musica e come è scoccata la scintilla?
“Mi sono interessato alla musica sin da bambino, rimanevo a casa da solo per ore ad ascoltare musica e tutto quello che poteva ricalcare e interpretare le emozioni che ho sempre provato. La scintilla di scrivere canzoni è scoccata in seguito.. Per anni avevo scritto testi su fogli di carta riguardanti storie vissute in prima persona e sentivo la necessità di fissare questi pensieri nero su bianco per ricordarli e riviverli ogni volta che ne avessi voglia. Ho iniziato poi a prendere lezioni di chitarra e successivamente di canto e dopo un po’ di anni, suonando cover, una sera di settembre in un momento molto sentito iniziai a chiedermi “perché non iniziare a mettere in musica questi testi?” E così come per magia iniziai a comporre canzoni nella mia una stanza e da lì è iniziato tutto”.
Cosa desidera esprimere con i suoi brani?
“Desidero esprimere emozioni, riviverle dentro me e farle rivivere alle persone che si identificano nelle mie storie e nelle mie canzoni. Quando sono dal vivo che faccio un live e vedo che le persone iniziano a cantare le mie canzoni leggo un po’ nei loro occhi e condivido le emozioni che ho scritto e che ora fanno parte anche delle loro vite. E’ come se la canzone non sia solo più mia ma anche del pubblico e penso sia meraviglioso”.
Raggiungere un proprio stile quanto è importante per un giovane cantautore? Il suo qual è?
“Raggiungere un proprio stile credo sia importantissimo nella musica come in tanti altri aspetti della vita. In realtà non so ancora di preciso quale sia il mio. Credo che la cosa più importante sia essere me stesso. Evitare di dare peso a quello che va di moda o a quello che è stato usato per raggiungere un successo o a quello che porta a risultati più velocemente. Oggi ho l’impressione che il mio mondo e soprattutto buona parte della mia generazione preferisca l’ “apparire” e lo stare “in una vetrina” piuttosto che essere quello che si è, perché è più facile. Così la persona si ritrova felice all’inizio ma infelice in seguito, e riparte sempre da capo, perché troppe volte per cercare l’approvazione altrui si mettono in secondo piano se stessi e i propri sogni. Per quanto sia più facile vivere di ciò che conviene, per il mio “stile” è più corretto lottare per affermarsi con il proprio carattere e quello che si è realmente senza aver paura di quello che gli altri possano pensare. Penso che anche nella musica, come nella vita, sia importantissimo conquistarsi la possibilità di esprimersi. Gli altri avranno spesso da ridire in ogni caso, ma chi ci ama realmente, ci ama per quello che siamo e ci lascia liberi di seguire i nostri percorsi e i nostri sogni”.
Cosa rappresenta la musica per Lei e cosa prova quando canta?
“La musica ma soprattutto i testi delle canzoni, rappresentano tutta la magia che si può descrivere legata alla singola emozione. Ogni volta che canto canzoni scritte da me rivivo l’emozione che ho provato nello scrivere la canzone stessa, spesso non solo il ricordo legato alla persona e alla situazione per la quale ho scritto la canzone ma alla singola emozione e credo sia una magia che poche cose sanno fare come la musica e le canzoni. Quando poi si canta dal vivo davanti ad un pubblico che è capace di recepire e comprendere questa emozione ed è provvisto di una forte sensibilità, esprimendola a pieno e senza freni, la sensazione di piacere che si prova è indescrivibile”.
Cosa affascina e cosa ispira Matteo per i suoi pezzi? E dove è solito scrivere i testi delle canzoni?
“Mi affascinano moltissimo le storie, le tantissime vicende delle persone e le tante storie che ho vissuto e che continuo a vivere in prima persona. Mi affascina molto l’idea che le tante mie vicende possano in qualche modo accompagnarmi nel mio percorso anche dopo anni e essere ricordate e rivissute da me stesso e da chi è in grado di capirle ed apprezzarle. Di solito prima vivo i momenti intensamente e poi, nella maggior parte dei casi scrivo di notte quando nasce l’emozione dal ricordo di ciò che ho vissuto”.
Come è nato “E noi due”, il suo singolo ora in radio? Come mai la scelta di lanciare proprio questo brano?
“‘E noi due’ è una delle mie canzoni preferite all’interno dell’album oltre ad essere una delle prime in assoluto che ho scritto nella mia vita. È nata al finire di una bellissima storia d’amore per una persona che stimo tantissimo ancora tutt’oggi e tratta l’argomento del dubbio, del rimpianto, delle scelte che dobbiamo saper prendere in determinati momenti e con cui successivamente impariamo a convivere. Spesso anche persone che possono essere perfette per noi, abbiamo la sfortuna di incontrarle in momenti della vita in cui si hanno diverse priorità e quindi non si ha la capacità di capire le nostre azioni. Credo quindi che in amore il tempismo sia un fattore importantissimo, la stessa persona conosciuta prima o dopo può determinare o meno la nostra felicità. Penso che incontrarsi nel punto esatto dove le nostre linee di crescita e di cambiamenti trovano un punto di incontro sia una fortuna che hanno poche persone”.
Chi l’ha aiutata e sostenuta per produrre l’album “Tre minuti di canzone”?
“Per l’album ‘Tre minuti di canzone’ mi hanno aiutato in molti: a partire da chi ha sempre creduto in me sin da quando ho iniziato anni fa a fare i primi live acustici in locali, pub, pizzerie, etc :
“Angela Madonia” in arte “Nya”,artista, cantautrice, e mia insegnante di canto che ha creduto in me sin dalla prima lezione.
Ricordo di averle fatto sentire per la prima volta tutte le canzoni che fino a quel momento avevo scritto e tenuto per me e per pochi amici. Ricordo che proprio lei, da subito incuriosita, mi ha incoraggiato e incitato a continuare a completare la stesura finale delle stesse.
Da allora mi è stata accanto in tutti questi passi che sto affrontando e vivendo nel mondo della musica emergente.
Devo a lei il fatto importantissimo di credere in me stesso e nelle possibilità.
Francesco Lesi, mio insegnante di chitarra che mi ha insegnato a suonare e a comporre.
Grazie al suo carattere e alla sua grande professionalità mi ha fatto capire sempre più l’importanza della propria musica e la necessità e il desiderio di farla conoscere.
Francesco non ha mai smesso di credere in me ed è stato presente nel crescita del progetto dagli inizi ad ora.
Oggi stiamo sviluppando insieme versioni acustiche dei miei brani e riarrangiamenti di cover famose per i live che sto preparando.
Pietro Aloise, mio chitarrista solista che ha iniziato con me il percorso artistico sin da quando suonavamo cover e inediti a Bologna e provincia.
Protagonista della parte solista registrata in studio del brano “Dentro ai Ricordi” traccia 2 dell’ album “Tre minuti di canzone”.
Chitarrista talentuoso e costante, che farà parte della nuova band che sto formando.
Roberto Priori, il mio produttore e arrangiatore dell’album “Tre minuti di canzone”.
Roberto ha trasformato il mio sogno in qualcosa di reale ed effettivo.
Credo sia stato il mio carattere ad ispirarlo, il fatto che lui vedesse in me i sogni e la determinazione, caratteristiche che lui stesso aveva alla mia età.
Andai da Roberto con le canzoni, quasi tutte in versioni acustiche e con qualche idea mia di un primo arrangiamento.
Priori ha fatto un lavoro straordinario, mi ha messo a disposizione tutta la sua esperienza nell’arrangiamento e nel suonare le parti di chitarra nell’album dandomi la possibilità di avere la collaborazione di grandi musicisti professionisti con cui lui collabora da anni.
Gli devo tantissimo.
Inoltre oltre alla produzione dell’ album e dell’ arrangiamento in maniera professionale ed azzeccata mi ha dimostrato di essere una persona stupenda, aiutandomi a credere in me e cercando sempre di aiutarmi in tanti ambiti della musica, in modo da “evitare errori di percorso” e prendere le decisioni corrette.
Sono onorato di aver avuto la possibilità di lavorare ed imparare tanto da lui.
Ammiro tantissimo la sua determinazione e la sua perseveranza.
Soprattutto grazie a Roberto ho capito ancora di più l’importanza di fare ciò che si sente, anche quando hai tutti contro, mettersi in gioco a pieno, per amore della musica e per noi stessi, e perché suonare ed esprimersi è una “necessità” per chi come noi vive questo sogno e intraprende questo cammino per realizzarlo.
Erika Conti dell’ufficio stampa E-Grapes di Milano.
Erika è una persona professionale di grandissima esperienza e con un carattere unico e bellissimo.
Mai avrei pensato in pochi mesi di avere un supporto così grande poiché tantissime scelte pubblicitarie e di immagine che sembrano immediate e semplici agli occhi di un pubblico passante sono state condivise nei minimi dettagli lavorando in continuazione.
Sono il frutto di ore e ore di condivisioni di idee tra me e lei per creare sempre qualcosa di ricercato, corretto e mai banale: ad esempio nelle scelte dei video, dei vestiti, nella scelta dei singoli da inviare alle radio, di tutto ciò che può aiutarmi in questa difficilissima ma bellissima strada che ho scelto.
Credo che molti artisti vorrebbero avere una persona così valida al loro fianco.
È tantissimo merito suo se questo mio sogno è iniziato con il piede giusto e sta prendendo una piega corretta ed efficiente”.
Cosa pensa del panorama musicale attuale? Ci sono concrete possibilità di affermazione per un cantautore emergente?
“Il panorama musicale attuale è un mondo nuovo per me in quanto il mio album è uscito appena 3 mesi fa, il 28 ottobre 2016, per ora ne ho avuto solo un assaggio. Sul fatto che ci siano concrete possibilità di affermazione, ad oggi non so rispondere a pieno, so soltanto che sono disposto a tutto pur di ottenere quello che voglio. A costo di rischiare e rinunciare a tanto e a mettere tutto il resto in secondo piano per affermarmi e far conoscere la mia musica e le mie canzoni”.
Quali sono le difficoltà maggiori? Come le affronta?
“Qualsiasi difficoltà l’affronto nel modo in cui ho sempre fatto come con tante altre prima di questa, anche al di fuori della musica. Se spesso cadiamo è per imparare a rialzarci e ogni volta impariamo qualcosa. Penso che la grossa difficoltà attuale nella musica sia il fatto che i cd purtroppo non si vendono più come prima e che buona parte del pubblico molto giovane non ha una forte cultura o l’abitudine di ascoltare tanta musica dal vivo, quindi anche i locali di conseguenza fanno meno live. Inoltre oggi si ascoltano centinaia di canzoni da uno “smartphone”, dai social e da internetdedicandogli .. spesso poco più di qualche secondo per poi passare alla canzone successiva. È chiaro che in molti casi si perde un po’ tutto il bello di ascoltare un album completo. La scelta di chiamare il mio album “Tre minuti di canzone” parla proprio di questo: far capire che dentro tre minuti di una singola canzone c’è molto di più. Ci sono i sogni, le aspettative, le emozioni, le tantissime rinunce, le tantissime gioie e il durissimo lavoro che compongono e arrivano a creare tre minuti di quello stesso brano. La realtà di oggi è dura ma è una verità che “non” deve essere demoralizzante! Se ci sono più difficoltà, dobbiamo dimostrare prima a noi stessi, poi agli altri, che bisogna essere ancora più forti e determinati per raggiungere un sogno/obiettivo. Questo deve secondo me incitare proprio noi “nuovi artisti” di oggi a dedicare ancora di più energie e tempo e sacrifici, cercando di perfezionarci di continuo, portandoci a raggiungere i nostri limiti per poi superarli di volta in volta. Per catturare l’attenzione del pubblico di oggi in quei “tre minuti di canzone” che ci dedicano e ascoltano, per farli diventare nostri fan e farli crescere con le nostre canzoni e le nostre emozioni”.
Dulcis in fundo, felicità per Matteo Venturi è…?
“I Sogni, la Libertà, l’Amore per se stessi e per gli altri, le Emozioni e la Realizzazione personale. Avere dei sogni e fare di tutto per realizzarli. Correre sempre verso qualcosa che desideri, fare quello che senti di fare, essere liberi, scegliendo e non facendoci scegliere da una vita che non ci appartiene, liberi di essere ciò che siamo e liberi di sognare e di amare. Credo che per quanto il mondo di oggi ci porti inconsciamente a voler credere di dare importanza a cose materiali, siano proprio l’amore e i sentimenti le cose che contano di più, le emozioni stesse, niente è più grande. La realizzazione personale è anch’essa felicità per me, imparare e crescere sempre, diventare sempre più forte e sempre migliore, perché non c’è un’età e non c’è un limite al bello e alle emozioni positive. Per avere una vita ricca di emozioni e stare bene con se stessi e con gli altri”.
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