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Oggi è Successo (3 Aprile)

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3 Aprile 1975  Bobby Fischer rinuncia al titolo di campione del mondo di scacchi rifiutandosi di incontrare Anatolij Karpov.

Robert James Fischer, comunemente conosciuto come Bobby Fischer (Chicago, 9 marzo 1943Reykjavík, 17 gennaio 2008), è stato uno scacchista statunitense naturalizzato islandese, Grande Maestro Internazionale e unico americano di nascita ad aver vinto il titolo di campione del mondo.

Conquistò la corona degli scacchi il 1º settembre 1972, battendo il sovietico Boris Spasskij, e la perse per essersi rifiutato di difenderla il 3 aprile 1975.

È considerato uno fra i migliori giocatori di scacchi di tutti i tempi. Nonostante la sua prolungata assenza dalle competizioni, è rimasto uno dei nomi più conosciuti di questa disciplina, anche esternamente alla cerchia degli appassionati.

I suoi modi di fare stravaganti e la sua vita privata caratterizzata da solitudine, scarse abilità sociali e ossessione per lo studio degli scacchi portano molti psicologi a pensare che Fischer avesse la sindrome di Asperger.

Nasce nel Michael Reese Hospital di Chicago. Sul suo certificato di nascita, come padre viene indicato il biofisico tedesco Gerhardt Fischer. La madre Regina Wender, che era nata in Svizzera da una famiglia polacca di origini ebraiche, era stata un’operaia in una fabbrica bellica, ma aveva continuato a studiare diventando prima insegnante, poi infermiera ed infine medico, laureandosi all’Università di Mosca dove aveva conosciuto Gerhardt Fischer che aveva sposato sempre a Mosca nel 1933 e dove, nel 1938, era nata la loro figlia Joan. Nel 1945 divorziarono, ma nel frattempo Regina aveva fatto ritorno negli Stati Uniti (1939). In un articolo del 2002 sul The Philadelphia Inquirer, Peter Nicholas e Clea Benson suggerirono che il vero padre biologico di Fischer fosse il fisico ebreo ungherese Paul Nemenyi. Infatti Gerhardt Fischer non avrebbe potuto in alcun modo essere il padre di Bobby. Nel 1939 Gerhardt e Regina si trovavano in Europa e mentre a Regina fu concesso di rientrare negli Stati Uniti, a Gerhardt fu negato il permesso di immigrazione per le sue sospette simpatie comuniste, cosicché non risulta neppure che egli possa mai aver messo piede negli USA. Nel 1942, Regina ebbe una storia d’amore con Paul Nemenyi e questo appare persino negli atti del FBI che seguiva segretamente la vita privata della coppia sospettando che Regina potesse essere una spia al servizio dei Sovietici, tanto più da quando a Paul Nemenyi era stato affidato un importante incarico presso il Naval Ordnance Laboratory di White Oak in Maryland.

Tuttavia Fischer, a partire dagli anni ’60, negò fermamente di avere origini ebraiche.

All’età di sei anni, quando la famiglia si spostò a Brooklyn, Fischer imparò da sé il gioco degli scacchi leggendo il libretto di istruzioni di una scacchiera. Si allenò con sua sorella, ma nel giro di qualche settimana si dimostrò un giocatore troppo forte per lei.

Quando era tredicenne, sua madre chiese a Jack Collins di essere il suo insegnante di scacchi. Collins aveva insegnato a diversi grandi giocatori, compresi William Lombardy e Robert Byrne. Fischer spese molto tempo nella casa di Collins e alcuni hanno descritto Collins come una figura paterna per Fischer. Bobby frequentò, ma in seguito abbandonò, la Erasmus Hall High School, dove molti insegnanti lo ricordavano come una persona difficile.

Il suo primo vero trionfo arrivò quando vinse il campionato juniores statunitense, nel luglio 1956, che a quei tempi lo qualificava per il campionato maggiore. Nello stesso anno giocò diverse partite brillanti, tra cui quella contro il Grande Maestro Internazionale Donald Byrne, una partita passata alla storia come un capolavoro e che fu dichiarata da molti esperti “la partita del secolo”.

Nel gennaio 1958 Fischer vinse il campionato degli Stati Uniti, detto “interzonale” e si qualificò per partecipare al torneo dei candidati al titolo di campione del mondo dell’anno successivo. Il grande favorito del torneo, Samuel Reshevsky e la presenza di tutti i migliori maestri americani in attività non impedì a Bobby di vincere il torneo senza neppure una sconfitta, poco prima di compiere 15 anni. A quest’età divenne dunque “Grande Maestro” e abbandonò la scuola.

Fu a questo punto, durante il Torneo dei Candidati del 1959, in Jugoslavia, che Fischer si trovò faccia a faccia con i giganti russi che allora detenevano il monopolio nel mondo degli Scacchi. Fischer non era ancora al livello dei migliori scacchisti sovietici e concluse il torneo al 5º-6º posto su otto concorrenti. Il vincitore del torneo, Michail Tal, che batté Botvinnik l’anno successivo diventando così il più giovane campione del mondo, dette una dura lezione a Fischer, sconfiggendolo in tutti e quattro gli incontri del torneo.

Nel 1959 Fischer partecipò per la terza volta al campionato americano, in seguito ribattezzato “Torneo Rosenwald”. Qui diede un’anticipazione del suo carattere eccentrico che caratterizzò poi il campionato del mondo contro Boris Spasskij. Per esempio, pretese che gli abbinamenti fossero sorteggiati pubblicamente, clausola peraltro prevista dal regolamento FIDE, ma di fatto un capriccio visto che (a meno che qualcuno non cerchi di barare, ed è difficilissimo farlo in un torneo), che il sorteggio fosse fatto in pubblico o in privato non cambiava alcunché. Arrivò al punto di lasciare scegliere al comitato organizzatore il suo sostituto, visto che se non fosse stato accontentato si sarebbe ritirato. In seguito, durante il torneo, volle la presenza del suo avvocato sul palco per garantirsi contro ogni irregolarità. Furono i primi episodi evidenti di una lunga serie che caratterizzarono la sua immagine e la sua leggenda. Vinse il campionato con grande facilità; del resto nei tornei americani vinse otto volte consecutive, tutte quelle a cui partecipò. In quello del 1963-64 vinse addirittura tutte le partite.

Fischer partecipò per la prima volta alle selezioni per il campionato del mondo di scacchi al torneo dei candidati del 1959, giocato in varie città della Jugoslavia, ma la sua giovanissima età (16 anni) non gli permise di imporsi (il torneo fu vinto da Michail Tal, che diventerà l’anno successivo campione del mondo). Nel 1960 giocò in due tornei argentini: nel primo, tenutosi a Mar del Plata, vinse insieme a Boris Spasskij, ma nel secondo giocato a Buenos Aires finì solo al tredicesimo posto, il peggior risultato della sua carriera. Molti grandi maestri comunque, come Aleksandr Alechin e Keres per esempio, ebbero simili alti e bassi all’inizio della loro carriera.

Al successivo torneo Interzonale (Stoccolma 1962) realizzò uno strepitoso successo, arrivando primo con 2.5 punti di vantaggio sul secondo e si qualificò per il torneo dei candidati di Curacao del 1962. A causa del numero di giocatori russi coinvolti nel torneo (l’Unione Sovietica dominò le competizioni internazionali per gran parte della sua storia), era possibile che si accordassero su brevi patte tra di loro, al fine di concentrare tutti i loro sforzi contro gli avversari non russi. Una volta che gli altri venivano eliminati, i russi sarebbero rimasti a contendersi il diritto di sfidare il campione del mondo in carica (all’epoca era Michail Botvinnik, che aveva recentemente sconfitto Vasilij Smyslov in una rivincita per riprendersi la corona). A Curacao vinse Tigran Petrosian senza perdere neppure una partita e pareggiandone 19 su un totale di 27. Tal si ammalò e dovette ritirarsi e Fischer finì quarto con 8 vittorie, 7 sconfitte e 12 patte dietro Petrosian, Keres e Geller. Così avrebbe dovuto ripetere l’intera strada di qualificazione verso il campionato del mondo che richiedeva almeno tre anni di tempo per ottenere il diritto a sfidare il campione del mondo per il titolo.

Fischer reagì violentemente: riteneva che i giocatori sovietici avessero in effetti scelto di arrangiare il torneo in quel modo (tanto da scrivere un articolo sui presunti imbrogli dei russi, in particolare del vincitore del torneo e futuro campione del mondo Petrosian). Questo portò ad un’aspra battaglia tra Fischer e la FIDE. Fischer asserì che “I Russi hanno manipolato il mondo degli scacchi” in uno dei pochissimi articoli da lui redatti, e che durante le partite si consultavano a vicenda. Le accuse ebbero ampia risonanza nel mondo scacchistico. Il compito di rispondere fu affidato a Paul Keres, fatto quanto meno curioso perché era estone e aveva visto il suo paese devastato dai sovietici durante la Seconda guerra mondiale, quindi era un convinto antisovietico. Keres avrebbe dovuto giocare per il titolo contro Michail Botvinnik nel 1948 ma gliene fu negata l’opportunità, in parte probabilmente per ragioni politiche. Nonostante tutte le macchinazioni politiche, la FIDE cambiò finalmente il regolamento per dare maggior spazio a giocatori non Russi e togliere loro qualsiasi possibilità di accordo o macchinazione.

Fischer tuttavia non era soddisfatto: dichiarò che non avrebbe più giocato in tornei e che era comunque il miglior giocatore del mondo, chiedendo un torneo per dimostrarlo. Siccome la FIDE naturalmente non ottemperò, Bobby si ritirò e non si presentò nemmeno al torneo interzonale di Amsterdam del 1964. Richiese poi una borsa di 5.000$ per partecipare all’Olimpiade di Tel Aviv nello stesso anno, sapendo probabilmente che gli sarebbe stata rifiutata, così non partecipò neppure a questa.

Nel 1962 apparve sulla rivista “Harper’s” un articolo riguardante Fischer firmato dello scrittore Ralph Ginzburg. Bobby fu molto aperto e sincero in questa intervista. Qui manifestò tra l’altro la sua ben nota misoginia, in risposta al commento di Lisa Lane (campionessa femminile di scacchi) che lo considerava il più forte giocatore vivente e riportato dall’intervistatore, dichiarando testualmente: “L’affermazione è corretta ma Lisa Lane non può valutarlo. Le donne sono deboli, tutte le donne lo sono, e sono stupide se paragonate agli uomini, non dovrebbero giocare a scacchi. Contro un uomo perdono sempre, non esiste donna al mondo alla quale potrei dare un cavallo di vantaggio e non vincere egualmente”.

Il periodo tra il 1962 (Curacao) e il 1967, Fischer si ritirò quasi totalmente dall’attività competitiva ed era riluttante a giocare fuori dagli Stati Uniti. Nel 1967 Fischer ritornò sui suoi passi, accettando di partecipare al torneo di Sousse in Tunisia. Dopo dieci turni era in testa con ampio margine, ma scoppiò una disputa sulle sue pratiche religiose con gli organizzatori, non si presentò alla partita successiva e fu squalificato. Fu il torneo dei candidati del 1970 a Palma di Majorca che portò Fischer sulla strada del campionato del mondo. Mise in mostra il meglio della sua abilità scacchistica nei Match dei Candidati, ottenendo una serie di risultati favorevoli che non è ancora stata eguagliata da nessuno dei giocatori più forti, vincendo tutte le partite negli ultimi cinque turni. Giocò la più lunga serie di vittorie in incontri tra Grandi Maestri di tutti i tempi, così come la più lunga serie di vittorie individuali: 11-0 contro Bisguier. Sia Mark Tajmanov, sia Bent Larsen (secondo miglior giocatore non russo dopo Fischer) vennero demoliti per 6-0 senza patte concesse. Solo l’ex-campione del mondo Tigran Petrosjan, l’ultimo avversario di Fischer nel torneo dei candidati, riuscì ad arginare l’abilità e la forza di Bobby. Petrosian riuscì all’inizio a porre termine alla fila di vittorie senza precedenti, ma ciò nonostante Fischer si qualificò con un buon vantaggio, 6,5 a 2,5. Nel 1971 Bobby aveva finalmente ottenuto il diritto di sfidare il Campione del Mondo, Boris Spasskij.

Quello che la stampa, soprattutto occidentale, ribattezzò subito l'”incontro del secolo” tra Spasskij e Fischer si svolse a Reykjavík, Islanda, da luglio a settembre del 1972. All’inizio, dato il suo temperamento volubile e le molte richieste che pose agli organizzatori, sembrò improbabile che Fischer si presentasse, ma all’ultimo minuto decise di partecipare. È stato detto che una telefonata di Henry Kissinger, che faceva appello al suo patriottismo, aiutò a salvare l’incontro; il fatto che una donazione di 125.000 dollari portò il premio a 250.000$ fu probabilmente un altro fattore determinante.

La prima partita servì solo ad aumentare la tensione che circondava l’incontro. Fischer, che non aveva mai sconfitto Spasskij nei loro pochi incontri precedenti, sembrò avere partita facile con i pezzi neri, quando commise un errore madornale, del tipo che non si vede facilmente in una partita tra grandi maestri. A seguito della sua sconfitta Fischer fece ulteriori richieste agli organizzatori e quando queste non vennero soddisfatte si rifiutò di presentarsi, dando la vittoria a tavolino a Spasskij. Sembrò che Fischer stesse per scomparire. Per esempio volle, e ottenne, che la scacchiera avesse le case con lati di 54 millimetri invece di 57. La cronaca giornalistica di allora sui quotidiani di tutto il mondo riportava intere colonne sulle gesta di Fischer, soprattutto lontano dalla scacchiera, ed erano lette avidamente per sapere se aveva spaccato la fotocamera in testa a qualche giornalista oppure se avrebbe giocato il successivo turno. Alla fine in una riga si leggeva “Il campione in carica, Spasskij, sta bene”.

La leggenda vuole che in questo che fu il momento più acuto della costante lotta con gli organizzatori, Fischer ricevette, quando aveva già prenotato il volo per il ritorno negli Stati Uniti, una telefonata dal Segretario di Stato di allora, Henry Kissinger, che lo convinse a proseguire per l’onore del suo Paese. Storia o mito, Fischer giocò e vinse la terza partita, dopodiché non si voltò più indietro e ottenne una vittoria inequivocabile su Spasskij per 12,5 a 8,5, anche se nella seconda parte del torneo le forze dei due contendenti sembrarono avvicinarsi nuovamente. Questo evento cementò due pietre miliari nella carriera di Fischer: l’ambizione di essere Campione del Mondo di Scacchi ed essere il giocatore con il più alto punteggio Elo di sempre (un punteggio di 2785, il primo al mondo ad andare sopra i 2700. Dopo Fischer, pochi giocatori, hanno infranto la barriera dei 2700 punti, tra questi è compreso Garry Kasparov che ha stabilito il nuovo record di Elo: 2851). La vittoria di Fischer fu considerata anche una specie di vittoria propagandistica per gli Stati Uniti del periodo della Guerra Fredda, confermante che il più forte giocatore del mondo, in uno sport dominato dai sovietici fin dalla fine della Seconda guerra mondiale, era ora un americano.

La vittoria del titolo portò a Fischer e agli scacchi una pubblicità incredibile negli USA. Il pubblico statunitense impazzì per la sfida Fischer-Spasskij. Fischer divenne una celebrità il cui nome era conosciuto da persone che nulla sapevano di scacchi. Ricevette innumerevoli offerte come testimonial e apparve anche nella televisione nazionale. La United States Chess Federation (USCF, la federazione scacchistica degli Stati Uniti) triplicò i suoi iscritti, e negli USA innumerevoli persone iniziarono a giocare a scacchi, creando quelli che vengono comunemente definiti gli anni del “boom di Fischer”. L’ultima volta in cui gli scacchi erano stati così di attualità tra il pubblico americano fu quando Paul Morphy ritornò negli USA dopo aver battuto i più grandi maestri europei.

Nel 1975 giunse il momento in cui Fischer dovette difendere il titolo contro Anatolij Karpov. Fischer non aveva giocato una sola partita ufficiale da quando aveva vinto il titolo e stese delle condizioni vincolanti per il match. La FIDE accolse diverse delle sue richieste, ma non accettò quella sul come l’incontro sarebbe stato vinto. A partire dal congresso FIDE del 1949, la regola era che gli incontri del Campionato del Mondo erano composti di un numero massimo di 24 partite, con vittoria al primo giocatore che otteneva 12,5 punti. In caso di parità sul 12 a 12, il campione in carica manteneva il titolo. Fischer, comunque, sostenne che questo sistema incoraggiava il giocatore in testa a pattare le partite, il che non era un bene per gli scacchi. Egli propose un incontro con un numero illimitato di partite, con il primo giocatore che arrivava a dieci vittorie come vincitore, le patte non contavano. In caso di punteggio che arrivava sul 9 pari, il campione (Fischer) manteneva il titolo – in effetti, ciò significava che Fischer aveva bisogno di vincere nove partite, mentre Karpov ne doveva vincere dieci. La FIDE non accettò queste condizioni e quindi Fischer rinunciò al titolo. Karpov divenne campione per abbandono dell’avversario.

A questo punto Fischer scomparve e non giocò a scacchi in pubblico per quasi venti anni.

Riemerse dall’isolamento per sfidare Spasskij (allora piazzato al 96º-102º posto della classifica mondiale) per “La rivincita del XX secolo” nel 1992, dopo vent’anni di assenza dalle competizioni. Questo incontro – che venne giocato utilizzando il suo nuovo orologio – si svolse a Budva (all’epoca in una Jugoslavia sottoposta a un duro embargo da parte dell’ONU, che comprendeva sanzioni sugli eventi sportivi), e generò qualche controversia. Fischer insistette affinché gli organizzatori presentassero l’incontro come “Il Campionato del Mondo di Scacchi”, anche se in quel momento Garry Kasparov era il campione riconosciuto dalla FIDE. In una conferenza stampa prima dell’incontro, un Fischer istrionico sputò su un documento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che proibiva a Fischer di giocare negli stati Balcanici a causa delle sanzioni economiche al momento in vigore. Per tutta risposta, Fischer venne incriminato e venne emesso un mandato di cattura per il suo arresto. Da allora non è più tornato negli Stati Uniti. L’ultima partita del match contro Spasskij resterà l’ultima partita ufficiale della sua vita.

Dopo l’incontro, che Fischer si aggiudicò abbastanza facilmente, scomparve improvvisamente un’altra volta. Nel 1999 rilasciò un’intervista telefonica ad una radio ungherese che iniziò con Fischer che rispondeva alle domande degli ascoltatori, ma che ben presto degenerò in un’invettiva incoerente, nella quale Fischer si descriveva come vittima di una cospirazione internazionale giudaica. La stazione di Budapest tagliò il collegamento, ma Fischer fece una trasmissione simile attraverso una radio delle Filippine. L’improvvisa ricomparsa fu apparentemente innescata quando parte degli averi di Fischer, che erano conservati in un magazzino di Pasadena, vennero venduti dal proprietario del magazzino in risposta al mancato pagamento dell’affitto. Sembra che Fischer abbia vissuto a Budapest e più di recente in Giappone, anche se come al solito, poco si seppe per certo di Fischer e dei suoi spostamenti.

Anche se Fischer non giocò a scacchi in pubblico dal 1992, ci sono state diverse voci sul fatto che abbia giocato su Internet (nessuna di queste si ritiene abbia basi nella realtà). Nel 2001 emersero voci che sostenevano che Fischer giocò nell’anonimato delle partite lampo sull’Internet Chess Server, usando aperture estremamente svantaggiose, ma battendo nonostante ciò dei giocatori molto forti. Il Grande Maestro britannico Nigel Short riportò la sua esperienza in un messaggio che venne discusso in un thread di Usenet; alcuni sospettano che delle partite di Fischer giocate contro due Grandi Maestri Internazionali siano registrate qui. Si è suggerito che il misterioso Fischer sia in realtà un computer; un’analisi si può trovare ai punti 134 e 139 di Tim Krabbé’s chess diary. Quando venne intervistato a tal proposito, Fischer dichiarò di non aver mai giocato online.

Il 13 luglio 2004 Robert James Fischer venne arrestato all’aeroporto “Narita” di Tokyo dalle autorità nipponiche per conto degli Stati Uniti d’America, ufficialmente per un passaporto irregolare. Fatto sta che il Governo statunitense non aveva mai perdonato a Fischer l’aver disputato “La rivincita del XX secolo” nel 1992 nell’ex Jugoslavia allora sotto embargo ONU.

Boris Spasskij, il 10 agosto 2004, scrisse una lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti in sostegno del suo collega:

“Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, corregga l’errore che ha commesso François Mitterrand nel 1992. Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera.”

Venne rilasciato qualche mese dopo quando il Governo islandese gli concesse il passaporto. Dopo il ritiro in Islanda si persero nuovamente le tracce di questo grande campione fino all’inizio di dicembre 2006 quando su un canale della televisione islandese stavano diffondendo una trasmissione sugli scacchi. Due grandi maestri si sfidavano in diretta con cadenza di 30 minuti a testa. Ad un certo punto il giocatore con il nero sbagliò e perse. I due avversari cominciarono allora ad analizzare la posizione per trovare quale fosse la continuazione corretta. Nel corso dell’analisi giunse una telefonata allo studio televisivo. Era Bobby Fischer il quale, in diretta disse al conduttore televisivo: “vorrei segnalare che la continuazione vincente per il nero è la seguente”. Fornì quindi una sequenza di tre mosse assai spettacolari. I due grandi maestri si affrettarono a controllare e convennero che il piano corretto era quello proposto da Bobby. Malgrado Fischer vivesse da recluso dimostrò anche in quel periodo di non aver perso l’abilità di creare, sulla scacchiera, mosse geniali.

Proprio a Reykjavík in Islanda, il luogo dove nel 1972 aveva colto il suo massimo trionfo scacchistico, è morto improvvisamente il 17 gennaio 2008 dopo un ricovero per insufficienza renale acuta.

Nel 1988, Fischer presentò una pratica per il brevetto (US Patent number 4,884,255) di un nuovo tipo di orologio digitale per scacchi. In precedenza, i limiti di tempo degli scacchi consistevano nel giocare un certo numero di mosse in un certo periodo di tempo – ad esempio, un limite di tempo di due ore per le prime 40 mosse e di un’ora per ogni blocco successivo di 20 mosse era abbastanza normale. L’orologio di Fischer invece, dava ad ogni giocatore un periodo fissato di tempo all’inizio della partita, e quindi aggiungeva una piccola quantità di tempo dopo ogni mossa. In questo modo, i giocatori non sarebbero mai stati disperatamente a corto di tempo, ma le partite potevano comunque essere completate più rapidamente, eliminando la necessità degli adjournment (nei quali una partita viene lasciata incompleta per essere finita in una data successiva). Anche se fu adottato lentamente, al 2003 un grande numero di tornei di alto livello usano il sistema di Fischer, anche se di solito in combinazione con il metodo più tradizionale (a livelli più bassi, si usano orologi più tradizionali in quanto sono meno costosi).

Il 19 giugno 1996, a Buenos Aires, Argentina, Fischer annunciò e sostenne la validità di una variante degli scacchi chiamata Scacchi Fischer Random. Questa è essenzialmente un raffinamento di una vecchia idea: mescolare casualmente la disposizione iniziale dei pezzi. Formalmente, il gioco degli scacchi diventa una delle possibili posizioni di partenza del Fischer-Random o Scacchi960, come viene chiamato oggi per via delle 960 configurazioni iniziali possibili. Fischer riteneva che questo avrebbe ridotto l’importanza di memorizzare le mosse di apertura, rendendo così più importanti la creatività e il talento. La variante ha ottenuto un moderato successo, con l’organizzazione di un piccolo numero di incontri e tornei a cui hanno preso parte dei Grandi Maestri, e, nel 2003, con l’istituzione di un Campionato del Mondo della variante. Fischer comunque, non ha mai giocato a questa variante in pubblico (esattamente come non ha giocato in pubblico agli scacchi ortodossi fin dal 1992).

In quanto uno dei più famosi giocatori di scacchi di tutti i tempi, la personalità di Fischer, così come quella del suo gioco, è stata soggetta a un considerevole interesse, che comprende anche il film In cerca di Bobby Fischer.

Una delle fonti scritte più citate riguardo alla personalità del campione di scacchi, anche se fu oggetto di grandi polemiche da parte dello stesso Fischer, è il libro “La psicologia del giocatore di scacchi” di Reuben Fine, psicologo e grande maestro. Con un’analisi di tipo freudiano “vecchio stile”, l’autore mette in rilievo diversi aspetti interessanti della sua personalità, frutto dell’amicizia e conoscenza personale tra i due. Fine, nato nel 1914, aveva giocato con Fischer quando era ancora adolescente e in seguito lo rivide e intervistò appositamente per il libro, senza però comunicarlo a Fischer. Alcune caratteristiche peculiari della personalità di Fischer sono state formalizzate per iscritto da Fine. Per esempio l’amore per i bei vestiti e le scarpe di lusso fatte su misura, la totale dedizione al gioco, il carattere polemico e l’insofferenza per le sconfitte, il disprezzo per il sistema di “gioco collettivo” dei campioni Russi di allora che avevano il monopolio assoluto nel mondo degli scacchi, nonché i suoi progetti nel caso fosse diventato campione del mondo (come poi avvenne). Fischer voleva innanzitutto comprarsi dei bei vestiti, una casa a forma di torre e soprattutto fissare nuovi standard nei compensi per i tornei.

Uno degli articoli più famosi che trattano della personalità di Fischer è un pezzo del 1962 scritto da Ralph Ginzburg per Harper’s Magazine, “Ritratto di un genio come un giovane maestro di scacchi”. Anche se condotta quando aveva solo diciotto anni, la scarsità delle interviste rilasciate da Fischer negli anni seguenti, ha significato che questa viene ampiamente citata. In essa, si riporta di un Fischer che fa commenti denigratori sulle donne che giocano a scacchi (“Sono tutte deboli, tutte le donne. Sono stupide se paragonate agli uomini.”) e ai giocatori ebraici (“Ci sono troppi ebrei negli scacchi. Sembra che abbiano portato via la classe del gioco. Capisci, non mi sembra che si vestano molto bene.”). Egli parlò anche del suo allontanamento dalla madre (che era essa stessa ebrea) e delle sue ambizioni scacchistiche (compreso il desiderio di costruire e vivere in una casa a forma di torre).

Oltre alle sopra citate innovazioni, presentate dopo il suo ritiro dalle competizioni scacchistiche, Fischer è autore di diverse dichiarazioni e pubblicazioni che – nonostante non trattino assolutamente di scacchi – sono state ampiamente riportate e discusse. Tra le prime ci fu il pamphlet (pubblicato con il nome di Robert D. James) Sono stato torturato nella prigione di Pasadena!, nel quale dettaglia le esperienze seguenti al suo arresto del 1981, dopo essere stato scambiato per un rapinatore di banche ricercato dalla polizia. In esso asserisce di essere stato trattato “brutalmente” dalla polizia. Fischer alla fine venne accusato per aver danneggiato le proprietà della prigione (nello specifico, un materasso).

Fischer ha avuto delle opinioni politiche profondamente controverse, compreso un antisemitismo rabbioso e senza scuse.

Nel 1984, Fischer scrisse agli editori dell’Encyclopaedia Judaica chiedendo che il suo nome fosse rimosso dalla pubblicazione, sulla base del fatto che egli non era ebreo. Probabilmente fu incluso perché sua madre era una immigrata di origini ebraiche. Il giorno dopo l’11 settembre rilascia un’intervista con Pablo Mercado e il Grande Maestro Eugenio Torre, su una stazione radio filippina, Radio Bombo, nella quale conferma il suo antisemitismo fanatico: oltre a dichiarasi felice per l’accaduto, tra le altre cose parla di una cospirazione giudaica mondiale ed esprime scetticità sulla versione ufficiale dell’olocausto; inoltre coglie l’occasione per lamentarsi del programma per computer Bobby Fischer Teaches Chess che usa il suo nome senza il suo permesso (il programma era basato su un libro di Fischer dallo stesso titolo).

Nel 2003, la United States Chess Federation ha ritirato la tessera di Fischer, a seguito delle sue critiche alla politica estera degli USA e dei suoi commenti anti-sionisti.  Nel 2002 sono venuti alla luce dei documenti che rivelano che l’FBI sospettò la madre di Fischer di aver lavorato per i sovietici e che la spiò fin dagli anni quaranta. Apparentemente si sospettava che lo stesso Fischer potesse essere stato approcciato dai sovietici. Tutto questo in aggiunta a materiale meno sorprendente del KGB, che dettagliava gli sforzi combinati delle organizzazioni scacchistiche sovietiche contro di lui.

Fischer cita il film In cerca di Bobby Fischer come un esempio della cospirazione “giudea” per trarre profitto da lui e al tempo stesso macchiarne la reputazione. Il film parla di un bambino prodigio negli scacchi che ha poco a che fare con Fischer, nonostante ciò, il produttore del film usò la fama di Fischer per promuovere la pellicola, senza ricompensare direttamente Fischer.

Nei primi anni settanta, Fischer fu un membro della Chiesa mondiale di Dio di Herbert W. Armstrong, ma lasciò il gruppo nel 1977.

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