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Recensione Libri: Il Re è morto – 14 Giu
Il Re è Morto
Autore: Queen Ellery (pseudonimo di Frederic Dannay e Manfred B. Lee)
Editore: Mondadori
Genere: Giallo
Anno: 1952 (prima edizione)
Sinossi
“Il Re è morto” rimane tutt’oggi un esempio della grande letteratura americana del Novecento. È un classico del “delitto della camera chiusa”: omicidi apparentemente impossibili che avvengono tra le solide pareti di una camera chiusa dall’interno. In questo caso la vittima è l’eccentrico King Bendingo, che sulla sua isola privata si è costruito una vera e propria corte con tanto di regina e buffoni. Ma qualcuno minaccia la sua vita e neanche il celebre giallista-detective Ellery Queen riuscirà a salvarlo… nonostante il “Re” sia chiuso in una stanza impenetrabile, sotto stretta sorveglianza, e nella stanza del reato non si trovi neppure l’arma del delitto.
Recenisione
Chi non ha mai sentito nominare Ellery Queen? Tanti romanzi sono stati scritti dai due autori con questo pseudonimo e questi hanno fatto da base a svariate puntate televisive incentrate su questo personaggio. Io però, ammetto la mia ignoranza, non avevo mai letto nulla di “Ellery Queen” e non ho mai guardato, al meno per intero, una puntata della serie TV (particolarmente datata e di cui vedere una immagine a lato). Così, complice il fatto che con gli e-book si trovano libri a prezzi davvero modici (ed a volte anche gratis), mi sono finalmente tolto il dubbio di leggere un romanzo in cui è protagonista Ellery Queen. Scelto come? Un po’ a caso, ed un po’ no. Ellery è uno dei maestri delle “camere chiuse” e questo era uno dei romanzi un po’ particolari della serie.
Ma veniamo a noi: la storia de “Il Re è morto” inizia richiamando alla mente (almeno di chi lo leggesse oggi come me) l’isola di Lost, ed il progetto Dharma, ma le similitudini si bloccano subito all’isola introvabile e tenuta nascosta in ogni modo, ed alla segretezza di quanto si svolge su quest’isola. Se vogliamo, ricorda un po’ Lost anche il fatto che l’attentato al “Re”, appaia subito come un crimine impossibile da compiere (un po’ come tutto quello che accade sull’isola) ma che però viene commesso.
Non avendo mai letto altri libri dell’autore, non so se la “stranezza” di questo romanzo sia la norma o l’eccezione, ma devo ammettere che il libro è godibile nonostante l’intreccio sia abbastanza semplice e, almeno in parte, mediamente prevedibile. Il geniale Ellery Queen gira attorno ad un’ovvietà per gran parte del libro, fino a trovare la soluzione grazie al movente, movente che il lettore difficilmente avrebbe potuto immaginare. Insomma, si ha un po’ la sensazione che la “risposta” venga “calata dall’alto”. La stranezza di questo libro è proprio questa: si capisce chiaramente chi è il colpevole (o quasi) e come abbia fatto a compiere il crimine, più difficile è scoprire come sia sparita l’arma del delitto dal luogo del delitto… ma senza il movente tutto pare assurdo. La bravura di Ellery è quella di trovarlo… quasi contro ogni senso.
Nonostante quella che quindi può sembrare un critica, il libro comunque è divertente e godibile, e non è troppo impegnativo, quindi fondamentalmente un libro che consiglio, anche perché la qualità c’è, ed è innegabile, quanto alla mia critica… i gusti sono gusti.
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