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Motor Valley

Ilaria Cheli: «Soddisfatta in parte della nostra stagione. Per l’anno prossimo puntiamo a fare meglio»

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In occasione dell’ultimo round del civ abbiamo avuto l’opportunità di incontrare nuovamente Ilaria Cheli, Team Manager della squadra Terra e Moto, che attualmente compete nella Supersport 300 del campionato italiano e nell’Aprilia RS 660 Cup. Con lei abbiamo fatto il punto sulla loro stagione e colto qualche spunto interessante sul mondo delle gare motociclistiche.

Ilaria, la stagione è volta al termine con l’ultima gara a Imola. Potresti fare un resoconto del vostro anno tra SSP300 e Aprilia 660?

«Sulla 660 avevamo aspettative un po’ più alte con Giuseppe De Gruttola. Sappiamo che il podio è alla sua portata ma a causa della problematica che ha avuto all’avambraccio, al quale si è operato questo inverno, problemi tecnici e qualche caduta di troppo non è riuscito a mettere in mostra tutto il suo talento e a realizzare l’obiettivo, anche se ci è andato sempre molto vicino. Tutti, compreso lui, ci aspettavamo di più.

Alessio Salaroli era al suo primo anno nel monomarca Aprilia. Il suo è stato un inizio di stagione un po’ in salita, è scivolato spesso e questo lo ha segnato, ma è riuscito quasi sempre a terminare nella zona punti in gara. Sono sicura che Ale il prossimo anno farà vedere qualcosa di più interessante.

Nicola Plazzi è al suo secondo anno nella SSP300 ed è riuscito a stare tra i primi dieci costantemente. Per questo siamo contenti anche se non riesce a brillare nelle qualifiche e partendo molto indietro non riesce a stare con i primi. Forse anche lui si aspettava qualcosa di più, però siamo contenti della stagione che ha concluso».

Ti consideri soddisfatta di quanto raggiunto come team?

«Soddisfatta in parte… su Giuseppe avevamo più aspettative e anche con Nicola pensavo potessimo ottenere di più».

Nel vostro prossimo futuro ci potrebbe essere la possibilità di rifare un mondiale nelle piccole cilindrate, come quello della SSP300 a cui avete partecipato qualche anno fa?

«In realtà, considerato che la categoria 300 verrà quasi sicuramente tolta a fine 2024 nella SBK, non credo che prenderemo parte al campionato mondiale. Forse solo se Nicola avrà voglia di fare una wild card in Italia e i tempi saranno competitivi, altrimenti al momento non è nei nostri piani. Potremmo però prendere in considerazione l’idea di competere nella categoria che sostituirà il mondiale SSP300 nel 2025. Yamaha, Aprilia, Triumph, Kawasaki …. si stanno attrezzando per organizzare questo nuovo campionato con le bicilindriche, che dovrebbe essere presente a livello internazionale, insieme alla SBK e quindi speriamo anche a livello nazionale nel CIV».

Nicola Plazzi in azione a Imola nella SSP300 del CIV – credits to Marco Montrone

Si vocifera che l’anno prossimo CIV e SBK non siano in calendario a Imola. Cosa ne pensi? Tecnicamente il circuito del Santerno è adatto alle moto oppure è troppo pericoloso?

«Anch’io ho sentito che l’Autodromo di Imola potrebbe non ospitare più gare di moto. Alla riunione del CIV, non ci hanno confermato la presenza del tracciato per la prossima stagione. Quindi credo sia una voce concreta e non un vociferare. Personalmente credo, che dal punto di vista tecnico, non abbia alcun tipo di problema e che non sia troppo pericoloso ma temo che i problemi siano legati ad altre questioni».

Quest’anno al CIV vedere solo 16 moto nella categoria Moto3, mi ha fatto riflettere. Di solito quella è una categoria che offre numeri molto alti di presenze in griglia? Secondo te questa diminuzione a cosa è dovuta?

«La diminuzione di presenze c’è stata in quasi tutte le categorie. Se ci pensi anche nella SSP300 c’è stato un calo rispetto allo scorso anno. Nella SBK sono sempre stati pochi. Io personalmente la vedo una problematica legata ad una condizione economica che ha travolto l’Italia e altri paesi. Il Covid non ha certo aiutato. Le sponsorizzazioni sono sempre meno e questo va a discapito di questo sport. Sono molto più frequentati i trofei che hanno costi minori. Con budget più bassi i campionati dovrebbero diventare più accessibili».

Il futuro del motociclismo italiano è in pericolo. Pochi piloti e sempre meno tricolore nel motomondiale. Secondo te è critica la situazione?

«Si è vero. Penso che la causa principale sia che ci sono sempre meno giovani appassionati alle moto, oltre alle condizioni economiche. Se i ragazzini non hanno alle spalle genitori facoltosi o qualcuno che li sponsorizzi, diventa impegnativo per le famiglie supportare il costo delle corse. A me dispiace dirlo ma ormai il motociclismo è diventato uno sport per “ricchi”».

In passato ho avuto l’occasione di parlare con altre donne del motorsport. Molte mi hanno ripetuto che ad oggi il motorsport femminile è più una moda per il marketing, che un investimento serio per le federazioni. Tu cosa ne pensi?

«Sono d’accordo sul fatto che sia più una questione legata al marketing. La federazione probabilmente sta cavalcando l’onda delle donne che corrono in moto che nel bene o nel male fanno parlare di sé. Nessuno si farebbe scappare un’occasione del genere, anche perché dalla situazione ci possono guadagnare in visibilità».

Ora è finita la stagione, un po’ di stacco e poi si pensa alla prossima. Cosa prevede il futuro per te e il tuo team?

«Non c’è ancora nulla di firmato per il prossimo anno, però indicativamente il 2024 potrebbe essere la fotocopia di questa stagione. Giuseppe De Gruttola dovrebbe rimanere con noi nell’Aprilia RS 660 Cup insieme ad Alessio Solaroli. Per Nicola Plazzi invece stiamo valutando la categoria, ma non abbiamo ancora definito niente. C’è una bella intesa e un gran feeling con tutti e tre i ragazzi, quindi penso che manterrò invariato l’assetto della squadra».

Alessio Salaroli in azione durante l’Aprilia RS 660 Cup a Imola – credits to the owner

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