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FIA WEC | Brendon Hartley, nato per l’endurance

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Neozelandese di nascita. Passato dalle Formula ai prototipi dell’endurance. Brendon Hartley ha trovato la sua dimensione nel FIA WEC, diventandone un protagonista e ad oggi un punto di riferimento per i risultati raggiunti negli ultimi anni.

Giovane collaudatore

Il giovane pilota di Palmerston North entrò nell’ottica Red Bull a soli 18 anni di età. I primi passi nel mondo F1 li mosse come test rider nel 2008 con la Red Bull RB4. Dopo esser diventato pilota di riserva per qualche stagione, passò a Mercedes come collaudatore nel 2012 e 2013. Passata qualche stagione in cui si dedicò esclusivamente alle ruote coperte, Brendon tornò in Toro Rosso sostituendo Gasly nel 2017 ad Austin per il fine settimana del Gran Premio. Ottenne la conferma anche per il Messico e dopo divenne definitivamente un pilota della Scuderia di Faenza, ottenendo il ruolo di pilota titolare.

Una vera occasione

Hartley riesce a completare l’intera stagione 2018, ma non senza difficoltà. Forse di Brendon ci ricordiamo più gli incidenti epici e allo stesso tempo pericolosi che lo hanno visto coinvolto, rispetto alle performance in pista. Silverstone 2018, con il cedimento della sospensione e Canada dello stesso anno con l’incredibile incidente che coinvolse anche Stroll, in cui Hartley prese letteralmente il volo sulle barriere. In poche gare il neozelandese ha avuto a che fare con più di un momento da paura. Oltre a questo gli unici momenti di rilievo per il neozelandese sono state le tre gare a punti in Azerbaigian, Germania e Stati Uniti. Infatti nel 2019 non venne confermato e finì in Ferrari come addetto allo sviluppo e al simulatore, poi rimpiazzato da Antonio Giovinazzi.

La sua carriera nelle ruote scoperte termina con un’esperienza in Formula E insieme al Team Dragon, ma non completò la stagione.

Titoli di durata

La sua fortuna si è costruita nei prototipi e nelle corse endurance. Il primo approccio fu nel 2012 con una LMP2. Nel 2014 arrivò Porsche e con la casa tedesca iniziarono anche i primi risultati importanti della sua carriera. Al suo secondo anno con la 919 Hybrid vinse il mondiale con ben quattro vittorie e due podi, di cui un secondo posto a Le Mans nella storica 24 Ore. Le vittorie con la casa di Stoccarda continuarono anche negli anni a seguire e nel 2017 arrivò il secondo titolo iridato.

Dopo le avventure in F1, tornò al mondiale endurance nella stagione 2019-2020 insieme a Toyota, alla guida della Toyota TS050 Hybrid, con la quale raggiunse subito il secondo posto in campionato. Le competizioni di durata e il WEC sono sempre state corse in cui Brendon è riuscito a esprimere il suo talento e questo lo dimostra anche quanto raggiunto in seguito. Un altro piazzamento come vicecampione del mondo nel 2021, mentre le ultime due stagioni si sono tinte d’oro. Infatti sia nel 2022 che quest’anno, si è laureato campione del mondo endurance per la quarta volta nella sua carriera, con la Toyota GR010 Hybrid.

Con i prototipi Hartley è riuscito a mettere in mostra quelle abilita che nelle monoposto non sono venute fuori. Uno di quei piloti che ha trovato la sua fortuna in ambienti lontani dalla Formula 1 e che oggi riesce ad esprimersi ad altissimi livelli nell’élite del motorsport.

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