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Città della Motor Valley | Piacenza, una città alla conquista di Le Mans

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Percorrendo la via Emilia dalla fine all’inizio, la prima città che si incontra è Piacenza, terra che ha sempre avuto pochi successi nelle ruote scoperte, ma che ha avuto un rapporto speciale con la 24 ore di Le Mans. Dopo numerosi tentativi falliti e vittorie nelle classi minori, quest’anno è arrivato il grande successo, proprio mentre un giovane piacentino si sta facendo notare sulle monoposto…

Piloti

Giuseppe Gabbiani, detto Beppe, è stato il primo pilota piacentino di rilievo. Nato nel 1957, approda in F3 nel 1977, dove il suo stile di guida aggressivo viene notato da Enzo Ferrari, guadagnandosi dal Drake il soprannome di “cavallo pazzo”. L’anno seguente sale in Formula 2 con Trivellato, conquistandosi la possibilità di correre negli ultimi due Gran Premi di F1 del 1978. Con la Surtees non riesce a qualificarsi né a Watkins Glen né a Montréal, tornando in F2 l’anno successivo per mancanza di budget. In due stagioni corre con March, Minardi e Maurer, prima di ricevere un’altra possibilità in F1 nel 1981 con Osella. La seconda chance nella massima serie non dà i frutti sperati, anche a causa del trattamento dispari che la Michelin gli riserva rispetto al francese Jarier. In quindici Gran Premi, di cui tre partenze, non arriva mai al traguardo.

Trova più soddisfazioni nel mondiale endurance, in cui, sempre nel 1981, contribuisce alla vittoria del campionato della Lancia insieme a Michele Alboreto e Piercarlo Ghinzani. Lasciata definitivamente la Formula 1, torna nuovamente in F2 con Maurer, terminando poi alla Onyx. Delle sue cinque partecipazioni alla 24 ore di Le Mans tra il 1981 e il 2006, l’unica portata al termine è stata quella del 1986 con la Toyota, anche se l’equipaggio figura come non classificato.

Non ha avuto miglior fortuna nella 24 ore francese Aldo Bertuzzi, piacentino del 1961: nel 1985 si è dovuto ritirare a cinque ore dalla fine a causa di un guasto dell’Alba AR6 che pilotava in squadra con Martino Finotto e Guido Daccò. La sua carriera si è svolta quasi interamente a cavallo tra la Formula 2 e la Formula 3000, ottenendo come miglior risultato un nono posto a Imola nel 1987, la sua sesta stagione nella massima categoria propedeutica.

Chi invece spera di raggiungere la F2 è Leonardo Fornaroli, classe 2004, che ha appena terminato la sua prima stagione in F3. La giovane promessa piacentina ha concluso il campionato all’undicesimo posto, ottenendo due argenti a Monte Carlo e Silverstone, più un bronzo a Barcellona, mentre il suo compagno di squadra Gabriel Bortoleto ha vinto il campionato. L’anno prossimo sarà decisivo per farsi notare e sperare in un sedile in F2, ma intanto si è già distinto come uno dei piloti italiani più promettenti dopo Andrea Kimi Antonelli e Gabriele Minì.

Team

Un altro pilota piacentino, che però non ha ottenuto tanti successi al volante quanti da manager è Amato Ferrari. Dopo una carriera da pilota tra le formule minori a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, decide di appendere il casco al chiodo nel 1994, a soli 28 anni. Intraprende la carriera manageriale e, nel 2002, decide di fondare a Piacenza la scuderia automobilistica AF Corse, con lo scopo partecipare ai campionati a ruote coperte. Dopo un inizio con Maserati nel mondiale GT, Amato comincia la collaborazione con Ferrari, vincendo dapprima nel FIA GT2 e in seguito nella neonata Le Mans Series.

Quando, nel 2012, nasce il World Endurance Championship (WEC), AF Corse si iscrive sempre in collaborazione con la casa di Maranello, vincendo otto delle dieci edizioni del mondiale GTE. Nel 2021, la scuderia piacentina debutta nel DTM con l’aiuto di Red Bull, vincendo il campionato squadre e sfiorando quello piloti con Liam Lawson. Dopo aver lasciato la serie tedesca l’anno successivo, Amato Ferrari si concentra sul ritorno della Ferrari nella classe regina del WEC, la Hypercar. Dopo un avvio di stagione difficile, caratterizzato dal dominio Toyota, arriva l’inaspettata quanto storica vittoria al centenario della 24 ore di Le Mans, aggiungendo alla bacheca della scuderia piacentina quello che, ad oggi, è il più grande trionfo motoristico per la città emiliana.

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