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Motor Valley

Engines Engineering, stile e innovazione della Motor Valley

Da oltre quarant’anni, la bolognese Engines Engineering di Alberto Strazzari è simbolo di stile e innovazione nel campo delle due ruote.

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Il logo di Engines Engineering (© enginesengineering.com)

Stile ed esperienza nella progettazione di moto. Dal 1979 Engines Engineering progetta e realizza prototipi di moto: la capacità di innovazione dell’azienda bolognese è stata riconosciuta anche al di fuori dei confini nazionali, tant’è che i loro servizi sono richiesta da clienti di tutt’Europa e anche del mondo.

Engines Engineering, le origini

Engines Engineering nasce nel 1979 a Castenaso, nel bolognese, per mano di Alberto Strazzari. Il fondatore dell’azienda ha in mente un’idea ben precisa: collaborare con i costruttori di motoveicoli, offrendo loro un completo servizio di progettazione, dalla stile all’avviamento del prodotto.

Si tratta di una grande scommessa, dato che all’epoca non esistevano realtà di questo tipo nel mondo delle due ruote. Grazie però all’ingegno di Strazzari, che vide le potenzialità dei nuovi materiali plastici, l’azienda guadagno subito un’ottima popolarità tra i costruttori di una Motor Valley in grande crescita.

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Il motore ausiliario per biciclette realizzato da Engines Engineering per Bernardi Mozzi (© enginesengineering.com)

Il primo progetto di Engines Engineering risale proprio al 1979. Strazzari realizza per conto della Bernardi Mozzi il progetto di un motore ausiliario per biciclette. L’unico piano di lavoro è la tavola da disegno dell’officina di famiglia.

Il rapporto con Malaguti

Negli anni Ottanta l’azienda vive una forte crescita. Strazzari punta molto sullo sviluppo degli innovativi materiali plastici compositi, mentre la maggior parte del settore continua a produrre componenti in lamiera.

Il progetto più significativo del decennio risale al 1983: Strazzari disegna il Malaguti Fifty Top. Si tratta del primo “tubone” con sistema di raffreddamento a liquido; presenta un’innovativa sospensione a mono ammortizzatore. Con questo progetto ha il via un duraturo rapporto di collaborazione con Malaguti, che supporta economicamente l’azienda in cambio di altri disegni.

Negli anni Novanta vedono la luce diversi scooter, sempre sviluppati da Engines Engineering per Malaguti; il primo è il Malaguti Centro del 1993. Si tratta del primo scooter a montare pneumatici da 14”; una soluzione a dir poco innovativa per l’epoca, ma che oggi è pratica molto comune.

Segue il Malaguti F12 Phantom, che si afferma negli anni successivi come uno degli scooter più popolari e più venduti in Italia del decennio. Dopo il fuoristrada Crosser del 1995, a fine secolo arrivano i Madison 125 e 250, insigniti del Good Design Award dal Museum of Chicago.

Nel frattempo, nel 1992 viene avviata una collaborazione con il NAMI Institute di Mosca, il rinomato centro tecnologico automobilistico statale russo, per l’utilizzo congiunto di una galleria del vento. L’intesa include la cooperazione con esperti del settore automobilistico, e nel 1993 Engines Engineering sviluppa un progetto di vettura elettrica chiamata Oda.

Il modello viene presentato al Motor Show dello stesso anno, partecipando poi a competizioni per veicoli alimentati da fonti energetiche alternative agli idrocarburi, ottenendo ottimi risultati.

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Il Fifty Top, scooter Malaguti progettato da Engines Engineering (© enginesengineering.com)

La crisi e la ripresa

Nel 2008, poco prima della crisi del mercato mondiale, la proprietà vende la maggioranza del capitale al gruppo indiano Mahindra, già attivo nel settore automotive. La scelta viene fatta nella speranza che la nuova gestione offra solide garanzie per il futuro dell’azienda.

Non è così: l’azienda vive un forte periodo di difficoltà, che raggiunge il suo apice 3 anni dopo, quando la crisi del mercato mondiale è al suo apice. La vecchia proprietà riacquista dunque l’azienda nel 2011: Engines Engineering si rilancia, e nel giro di 3 anni il fatturato raddoppia.

Il progetto più bello di questa seconda parte di vita dell’azienda viene realizzato nel 2017. In occasione di EICMA 2017, viene riportata in auge una delle più iconiche moto degli anni Settanta: si tratta della Suzuki Katana 1100. La nuova versione di Engines Engineering viene realizzata sulla base della GSX-S1000F, in collaborazione con il designer italiano Rodolfo Frascoli.

suzuki katana Engines Engineering

Il progetto Suzuki Katana realizzato da Engines Engineering (© enginesengineering.com)

Nel mondo delle corse

Per più di un decennio, Engines Engineering ha preso attivamente parte a competizioni agonistiche del settore motociclitistico, maturando esperienze preziose grazie al confronto con alcuni dei costruttori più importanti al mondo. A partire dal 2001 ha progettato e prodotto moto che sono state protagoniste nei campionati nazionali di velocità nella classe 125 in Italia, Spagna e Inghilterra e del campionato europeo. 

Nel 2003 poi è arrivato anche l’esordio nella classe 125 Motomondiale, sempre grazie alla partnership con Malaguti. Nel 2006 la casa bolognese si ritira dalle corse, ma Engines Engineering continua a partecipare prima con Loncin, poi con Lambretta e infine con Mahindra.

L’ultima apparizione nel Motomondiale dell’azienda bolognese risale al 2012; compare per l’ultima volta in una competizione agonistica a due ruote nell’Alpe Adria Championship del 2016.

Dopo oltre 40 anni dalla sua fondazione, Engines Engineering non si ferma e continua a guardare al futuro. La continua ricerca di stile e di innovazione rimane al centro della missione di Alberto Strazzari.

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La GP 125 di Malaguti che prese parte al Motomondiale 2004 (© enginesengineering.com)

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