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F1 | GP Cina 2006, l’ultima vittoria di Michael Schumacher

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Michael Schumacher sul traguardo del GP della Cina 2006Nel 2006 il mondo della Formula 1 fu scosso da un annuncio che era destinato a mettere fine a un’epoca. Michael Schumacher, dopo la vittoria del Gran Premio d’Italia, il 10 settembre, annunciò il suo ritiro dal circus iridato. La decisione venne resa pubblica mentre era ancora in lotta contro Fernando Alonso per il mondiale piloti di quella stagione, con l’asturiano in vantaggio di due punti. Alla fine del mese si arrivò a Shanghai per il Gran Premio della Cina, che si corse il primo ottobre, quella che fu l’ultima vittoria di Schumacher in Formula 1.

Un Shanghai complesso

Il tracciato cinese, introdotto nel calendario nel 2004, fu sempre ostico per il ferrarista. Nel 2004, l’anno dei record per la Scuderia, Schumacher concluse la gara al dodicesimo posto, mentre nella stagione successiva non terminò nemmeno la corsa, ritiratosi dopo un testacoda che lo mandò fuori gioco al ventiduesimo giro. Con soli tre appuntamenti alla conclusione, per Michael era imperativo guadagnare punti su Alonso, ma considerando i precedenti, le prospettive, per sua stessa ammissione, non erano affatto buone. Al sabato, durante le qualifiche, sembrò confermarsi questa linea. Alonso mise la sua Renault al primo posto, seguito dal compagno di squadra Giancarlo Fisichella. Schumacher si qualificò soltanto sesto, con quasi un secondo e mezzo di ritardo dalla pole.

La partenza

Piovve molto prima del via e la gara iniziò con la pista bagnata. Alla partenza Alonso conservò la prima posizione, mentre dietro Kimi Raikkonen su McLaren sopravanzò le due Honda guadagnando il terzo posto. Alonso prese il largo, mentre all’ottavo giro Schumacher sorpassò Rubens Barrichello all’uscita di curva 14, il lento tornantino che segue il lungo rettilineo che caratterizza la pista cinese. Cinque giri più tardi Raikkonen scalzò Fisichella dal secondo posto e il tedesco della Ferrari sembrò mantenere il passo del finlandese, superando anche Jenson Button per la quarta posizione un giro più tardi e cercando di ricucire il ritardo di 25 secondi accusato dalla testa della corsa. Alla diciannovesima tornata le telecamere indugiarono su Schumacher in avvicinamento nei confronti di Fisichella, ma la regia staccò improvvisamente le immagini per inquadrare Raikkonen che rallentava, vittima di un problema alla sua McLaren MP4-21.

Pit-stop decisivi

Al ventunesimo giro il sette volte campione del mondo si fermò ai box per il suo primo pit-stop, optando per il solo rifornimento. Un giro più tardi si fermò anche Alonso, cambiando solamente gli pneumatici anteriori. Questa scelta non aiutò Alonso, che continuò a perdere terreno su Schumacher. In breve tempo i tre furono racchiusi in una manciata di secondi e al ventinovesimo giro Fisichella prese il comando della corsa. Alonso perse anche la seconda posizione al trentesimo giro, sopravanzato dal tedesco. La pista andò via via asciugandosi e al trentacinquesimo giro Alonso passò alle gomme da asciutto. Un problema al dado di una ruota ritardò però la ripresa della pista da parte dell’asturiano, con la sosta che durò ben 19 secondi, e tornò in pista attardato di circa cinquanta secondi, al quarto posto. Al quarantesimo passaggio fu la volta di Schumacher fermarsi, seguito un giro più tardi da Fisichella. Il romano mantenne il primo posto nei primi metri del suo rientro, ma un errore alla prima curva, propiziato dalle gomme fredde, lo fece andare leggermente largo, con il “Kaiser” che ne approfittò, mettendo buona parte della sua 248 F1 sul cordolo e guadagnando la prima posizione.

La cavalcata finale

Da lì Schumacher mantenne la prima posizione, nonostante il ritorno di Alonso, che riuscì a ritrovare un veloce passo gara che gli permise di superare senza difficoltà Fisichella, il quale non oppose resistenza, arrivando fino a tre secondi dal primo posto. Schumacher conquistò la sua novantunesima vittoria, ritoccando per un’ultima volta il suo record, raggiungendo Alonso al primo posto a 116 punti. Nessuno poteva immaginare che quella fosse l’ultima sua vittoria in Ferrari e in carriera.

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