Motor Valley
F1 | Suzuka 1998, Schumacher perde il titolo contro Hakkinen
Le gare memorabili non sono solo quelle che si sono concluse in epici trionfi per i protagonisti della Motor Valley. Il GP del Giappone 1998 fu l’atto conclusivo del campionato di Formula 1, caratterizzato dalla battaglia tra Michael Schumacher su Ferrari e Mika Hakkinen su McLaren-Mercedes. A Suzuka i due si giocarono tutto. Per Schumacher, che veniva dal nefasto 1997, concluso con la squalifica dal campionato per la ruotata di Jerez a Jacques Villeneuve, quella stagione doveva rappresentare un pronto riscatto. Invece, in quel 1° novembre, andò tutto storto.
L’illusione della pole
In realtà le cose iniziarono nel migliore dei modi. Il tedesco della Ferrari si presentò all’ultima gara con quattro punti di svantaggio su Hakkinen nella classifica piloti, mentre la McLaren era a soli due punti dal titolo costruttori. All’epoca andavano a punti i primi sei piloti, con una suddivisione 10-6-4-3-2-1. Il finlandese aveva già vinto sette gare, contro le sei del tedesco, al quale non bastava vincere in Giappone con il rivale secondo: in questo caso, pur a pari punti e a parità di vittorie, Mika sarebbe diventato campione in virtù del maggior numero di secondi posti. «Schumi», marcato stretto da Luca Cordero di Montezemolo dopo i comportamenti tenuti nel 1994 e nel 1997, quando la battaglia per il titolo si risolse all’ultima corsa, fu il migliore nelle prove libere. La strategia poteva essere una soltanto: vincere la gara e sperare che dietro succedesse qualcosa, magari con l’aiuto dello scudiero Eddie Irvine. Al sabato le cose si misero bene, con i due contendenti al titolo che fecero un altro sport: Schumacher si aggiudicò la pole position, con oltre un decimo di vantaggio su Hakkinen. Il terzo, David Coulthard, accusò un secondo e due decimi di ritardo dal bi-campione del mondo, mentre Irvine era quarto, ma in ritardo dal compagno di squadra di ben due secondi sul giro secco.
La retrocessione
«Chi ben comincia è a metà dell’opera», che va pur sempre completata. La gara della domenica non voleva saperne di partire. Dopo il giro di ricognizione, Jarno Trulli spense la sua Prost in griglia di partenza, costringendo Charlie Whiting ad abortire la partenza, ordinando un nuovo giro di formazione e spedendo l’abruzzese in fondo allo schieramento. La corsa venne quindi accorciata di un giro. Prima dello spegnimento dei semafori, sulla sinistra apparve una nuova bandiera gialla, in corrispondenza della prima fila. Schumacher agitò il braccio destro, cominciando a scuotere la testa: questa volta era lui ad aver fatto spegnere il motore della sua F300.
La rimonta esplosiva
Il tedesco dovette quindi allinearsi dietro a tutti gli altri, in ultima posizione. La gara prese finalmente il via, con Schumacher chiamato ad una rimonta forsennata. Hakkinen fece subito il vuoto, mentre Irvine superò Coulthard per la seconda posizione, senza tuttavia riuscire ad impensierire il finlandese della McLaren. Schumacher raggiunse il dodicesimo posto alla fine del primo giro, mentre al quarto passaggio superò il fratello Ralf per il settimo posto. Nei giri successivi il ferrarista rimase bloccato dietro agli ex campioni del mondo Damon Hill e Villeneuve, perdendo trenta secondi dalla testa della corsa. Dopo che tutti effettuarono i primi pit-stop, Michael salì fino al terzo posto grazie ad alcuni giri da qualifica. Al 28° giro l’episodio chiave della gara. Il pilota Minardi Esteban Tuero sbagliò il punto di frenata all’ultima curva, andando a sbattere contro la Tyrrell di Toranosuke Takagi. L’incidente lasciò in pista diversi detriti sui quali Schumacher passò, subendo una foratura lenta. Al 31° passaggio, lo pneumatico posteriore destro della sua Ferrari esplose, costringendolo al ritiro. Hakkinen si aggiudicò così il suo primo campionato piloti prima ancora della fine della corsa, terminata comunque in trionfo. Irvine riuscì ad arrivare al secondo posto, mentre Coulthard giunse terzo. La McLaren conquistò anche il campionato costruttori, rimandando le speranze del riscatto Ferrari, a secco di titoli dall’83, alla stagione 1999.
Irvine e Coulthard sollevano il neo campione Hakkinen sul podio di Suzuka (source: suzukacircuit.jp)
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