Motor Valley
Historic Minardi Day 2023, quando il calore della passione batte quello del sole
La settima edizione dell’Historic Minardi Day, organizzata da Formula Imola e dalla famiglia Minardi, è andata agli archivi con oltre 500 automobili presenti, tra le quali una ventina di monoposto di Formula 1 storiche, come la Ferrari 312 T5 che fu guidata da Gilles Villeneuve e ora di proprietà della famiglia Giacobazzi, storico sponsor personale dell’Aviatore, e la Ferrari 643 F1 che ex-Alain Prost (anche detta «il camion» dal francese, espressione travisata che fu un pretesto per il suo licenziamento), la March 761 ex Lella Lombardi, Ronnie Peterson, Hans Stuck e Vittorio Brambilla e la Minardi M189 che fu di Pierluigi Martini, solo per citarne alcune.
La Ferrari 643 F1 che fu di Alain Prost nel 1991 (credits: Marco Montrone)
Tanti i personaggi del motorsport all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, come gli ex piloti Emanuele Pirro, Bruno Giacomelli, Beppe Gabbiani, Riccardo Patrese, Gianni Morbidelli, Arturio Merzario, Miguel Angel Guerra e Thierry Boutsen, e questo è solo un breve elenco non esaustivo, così come gli ingegneri Aldo Costa, Gabriele Tredozi e Laurent Mekies, i giornalisti Pino Allievi e Mario Donnini, al quale è stato consegnato nella giornata di sabato il Premio Michele Alboreto, istituito nel 2006 da LMMFC (Le Mans Model Fan Club).
Scrivere un semplice elenco di vetture e personalità del mondo dell’automobilismo non renderebbe però giustizia a loro e alla manifestazione, che non può essere raccontata in maniera esaustiva mettendo in fila nomi, modelli e titoli delle varie iniziative culturali. Le immagini che rendono al meglio l’Historic Minardi Day sono quelle nelle quali si può vedere l’abbraccio del pubblico, eternamente grato a Gian Carlo Minardi e numeroso come non mai, sfidando il gran caldo che ha attanagliato Imola nell’ultimo weekend di agosto. Vedere appassionati di ogni età affollare il paddock, i box, la tribuna Ayrton Senna e la terrazza che si affaccia sopra la pit-lane è una dimostrazione, ancora una volta, di come il pubblico abbia una gran fame di automobilismo, di come voglia quasi toccare con mano le auto e confrontarsi con i protagonisti della loro passione. Questi ultimi non si sottraggono mai ad una foto, a quattro chiacchiere e al confronto con chi respira motorsport. La forza dell’Historic Minardi Day è quella di mettere tutti sullo stesso piano, dal grande appassionato, al tifoso sfegatato, passando per i piloti e gli ingegneri più o meno vincenti, i giornalisti più o meno premiati, collezionisti più o meno abbienti, fino ad arrivare ai semplici curiosi e ai più giovani, presenti in massa in riva al Santerno per scoprire auto che probabilmente non hanno potuto ammirare da vicino nemmeno i loro genitori.
Gianni Morbidelli alla guida della Minardi M189 di Pierluigi Martini (credits: Marco Montrone)
Sono state oltre 14.000 mila le persone accorse a Imola per poter fare un bagno nella pura e semplice passione per le corse, senza però avere nessuna gara da vedere, nessun pilota o marchio da tifare. Al Minardi Day c’era un solo e unico grande cuore che batteva all’impazzata, a 18.000 giri al minuto. È un peccato che alcune strutture dell’Autodromo di Imola siano forse piccole per contenere tutto questo entusiasmo e voglia di essere protagonisti del motorsport (lo stesso Gian Carlo Minardi, in una video-intervista alla Gazzetta dello Sport, ha detto che il numero massimo di biglietti disponibili è limitato per motivi di capienza, nda). Gli spazi non sono infatti probabilmente sufficienti per ospitare comodamente il pubblico e, contemporaneamente, permettere a meccanici e addetti ai lavori di operare liberamente intorno a questi gioielli a quattro ruote, alcuni del valore di centinaia di migliaia o milioni di euro, portati in pista dai loro proprietari. È giusto che ognuno abbia il suo spazio e forse, intorno ad alcuni bellissimi esemplari, ce n’era troppo poco per lasciar respirare questa passione bollente e straripante. L’Historic Minardi Day, d’altronde, nasce e vive ad Imola e solo questa bomboniera del motorismo mondiale può essere la culla di una manifestazione che lascia senza fiato.
La Ferrari 312 T5 numero 2 di Gilles Villeneuve (credits: Marco Montrone)
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