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F1 | Alain Prost, il Professore della velocità

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Un pilota lucido, calcolatore, che seguiva poco l’istinto e molto più la ragione. Anche se in uno sport dove vai ad oltre 300 km/h è difficile pensare che gli impulsi siano guidati tutti dalla testa e poco dal cuore, Alain Prost dava quell’impressione. Soprannominato “il Professore” per il suo modo di lavorare, di correre e i suoi comportamenti, che si rispecchiavano nel carattere di chi le emozioni sa tenerle a freno, anche nei momenti di alta tensione.

Da alunno ad insegnante

Fin dagli inizi e dalle categorie minori Alain era riuscito a mettere in mostra un talento fuori misura. Arrivò al debutto in Formula 1 nel 1980 con la McLaren – Ford, da campione della Formula 3. La vettura inglese era poco competitiva, ma nonostante questo il pilota francese ottenne alcuni piazzamenti a punti. L’anno successivo la scuderia britannica passò in mano a Ron Dennis, che ne avrebbe fatto le fortune in futuro, ma Prost aveva già un accordo con la Renault. Con la vettura transalpina Alain si trovò immediatamente a suo agio e alla prima stagione conquistò tre vittorie, di cui la prima in casa a Digione, due secondi posti e un terzo. In Renault, Prost si mise in evidenza per le sue caratteristiche da collaudatore e la sua sensibilità nel trovare l’assetto giusto. Oltre alle sue doti di guida, che gli permettevano di massimizzare il potenziale della monoposto in ogni situazione. Le sue doti aiutarono molto la casa francese, che recuperò così il terreno perso dalle vetture aspirate, che si mostrarono più competitive rispetto al turbo delle Renault.

I rapporti con Arnoux si incrinarono con il tempo e quando il connazionale lasciò la squadra per la Ferrari, il pilota di riferimento divenne a tutti gli effetti Prost. Nonostante questo, non riuscì mai ad esprimere una competitività costante, tale da conquistare il titolo, con la casa francese. I continui problemi tecnici e le incomprensioni crescenti con il team, lo convinsero a cercare nuove fortune, tornando in McLaren, ma motorizzata Honda. Dall’inizio della sua seconda tappa inglese, per Prost iniziò la gloria. Nel 1985 conquistò il suo primo titolo iridato e l’anno successivo si confermò subito, dimostrando un feeling incredibile con la vettura. La sua era in McLaren viene, però, segnata dall’arrivo di un giovane, con il quale accenderà una rivalità destinata ad entrare nella storia.

Il contatto tra Senna e Prost a Suzuka nel 1990. Il brasiliano buttò fuori il francese come tornaconto di quanto successo l’anno precedente – credits to formula1.com

Ottobre funesto

Il mese di ottobre è un periodo che risulta decisivo per le sorti dei campionati nel motorsport e per Alain fu così, soprattutto perché il decimo mese dell’anno coincideva solitamente con il Gran Premio del Giappone e quella gara per il Professore non è mai stata banale, soprattutto tra il 1989 e il 1991. Nella prima data, il 20 ottobre del 1989, avvenne lo storico duello con Ayrton Senna, che si concluse con l’incidente all’ultima chicane. Il ritiro del francese e il disperato tentativo del brasiliano di concludere la gara per vincere il suo primo mondiale. Dopo la corsa ci fu la sua squalifica e la conseguente vittoria iridata di Prost che così si aggiudicò il suo secondo titolo. Tuttavia i rapporti erano ai minimi storici. Così Alain decise di cambiare squadra e approdare nella Motor Valley, alla corte della Ferrari. Si sa, però la vendetta è un piatto che va servito freddo e il pilota di San Paolo ci pensò un anno più tardi, sempre a Suzuka, il 21 ottobre 1990. Prost si stava giocando il campionato con la Ferrari, contro Senna e la sua vecchia McLaren. In Giappone il francese doveva vincere a tutti i costi per mantenere vivo il campionato fino all’ultima gara, ma Senna aveva in mente ben altro. Alla prima curva, dopo la partenza, il brasiliano urtò la Ferrari di Alain causando il ritiro di entrambi e la conseguente conquista matematica del campionato da parte di Ayrton.  Dopo quell’episodio Prost meditò il ritiro, amareggiato per quanto successo, ma alla fine decise di rimanere un altro anno con la Rossa. Ancora una volta però la terra del sol levante gli fu poco amica e il 22 ottobre del 1991, segna la fine della sua era a Maranello. Appiedato dopo alcune dichiarazioni in cui descriveva la poca competitività della vettura, con termini molto accesi alla stampa francese, a cui disse che correre con quella monoposto era come guidare un camion.

Quelle affermazioni, andate in onda, perché riprese dal cameraman del “Processo al Gran Premio”, arrivarono in Ferrari, dove in pochissimo tempo convocarono Prost e gli comunicarono che non avrebbe terminato la stagione con la Rossa e quindi che sarebbe rimasto anche a casa per la stagione successiva.

Fu la prima volta che un tre volte campione del mondo fu lasciato senza sedile ancora prima della fine del campionato. Alain però non si diede per vinto, nel 1992 si prese un anno sabbatico e nel 1993 tornò a dominare con la Williams grazie alle sospensioni attive. In quell’anno vinse il suo quarto titolo iridato e poi decise di uscire definitivamente dalla scena delle corse.

Nonostante tutto, vi tornò, qualche anno dopo, nel 1997, come costruttore e con la sua Prost Grand Prix rimase in griglia fino al 2001, completando 83 Gran Premi.

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