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SBK | Iannone, ascesa e rinascita

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I sacrifici per arrivare ad esaudire i propri sogni. La gloria e poi il buio. Quando poi ti ritrovi a non poter praticare la tua più grande passione, l’unica cosa che puoi fare è aspettare, resistere e risalire per tornare a vedere la luce. Andrea Iannone nel 2024 tornerà ufficialmente in pista in SBK con il Team GO Eleven in sella alla Ducati Panigale V4. Scontata la qualifica potrà riprendere da dove aveva lasciato, a cavallo di un marchio che lo ha fatto entrare nella storia della MotoGP.

I primi passi nelle due ruote

Da piccolo Iannone ha corso i suoi primi campionati italiani con un’Aprilia. Andrea insieme alla sua famiglia ha compiuto sforzi economici e non pur di inseguire il suo desiderio più grande. Il debutto nel motomondiale avvenne sempre con la moto di Noale nel 2005, ma per la prima vittoria dovette attendere qualche anno. Precisamente il 2008, quando arriva la prima gioia sportiva nella classe 125cc. Poi il passaggio in Moto2 con SpeedUP, dove oltre a qualche stagione in più di apprendimento, ottiene tre terzi posti nella classifica finale.

Gloria in rosso

Questi risultati gli aprono le porte della MotoGP. Per lui c’è una Ducati del Team Pramac sulla quale far scintillare il suo #29 giallo. Con la moto di Campinoti Iannone ottiene buone prestazioni, ma la sua vera occasione arrivò quando lo chiamano da Borgo Panigale. Nel 2015 la squadra ufficiale gli propose una sella accanto a Dovizioso, con l’arduo compito di riportare in alto la Rossa. La casa emiliana stava attraversando un periodo di transizione e rinnovamento tecnologico (che avrebbe poi portato al dominio attuale, ndr). Al primo anno arrivarono alcuni podi, ma l’anno successivo raggiunse un risultato tanto voluto quanto rincorso. Nel Gran Premio d’Austria del 2016 Andrea diventò l’uomo che riporta sul gradino più alto del podio la Ducati dal 2010. Per lui fu la prima vittoria in carriera e questo lo pose di diritto nella storia della squadra bolognese e della MotoGP.

Ambizioni distrutte

Purtroppo le parti a fine anno si separarono e per Iannone iniziò una nuova avventura in Suzuki. Anche in quel caso trovò una moto in fase di sviluppo e i risultati arrivarono al secondo anno in sella alla moto giapponese. Nel 2019 invece il ritorno alle radici, quando firmò un contratto con Aprilia, allora in dote al Team Gresini. A fine stagione arrivò però una stangata non indifferente. Andrea a dicembre dello stesso anno viene squalificato dalla Federazione Internazionale di Motociclismo per doping e costretto a interrompere la sua attività agonistica per i futuri quattro anni.

Un duro colpo per il pilota abruzzese, che nonostante i ricorsi non è mai riuscito ad ottenere uno sconto o a provare la sua innocenza. In questi anni Andrea ha scelto di restare nell’ombra e di uscirne poche volte, se non in qualche occasione in cui è andato a far visita al paddock della MotoGP o della SBK. Quelle poche giornate in cui la passione ha preso il sopravvento e in cui l’atleta di Vasto ha deciso di riprendere il contatto con ciò che più ama. Ma ora l’attesa è finita.

Andrea Iannone sull’Aprilia, ultima moto guidata prima della squalifica – credits to motogp.com

Un nuovo futuro, ma sempre in rosso

Le voci c’erano già da tempo, ma l’ufficialità è arrivata nella giornata di ieri. Andrea Iannone tornerà a correre e lo farà nel Mondiale delle derivate di serie, con una Ducati, in una squadra privata: Il Team Go Eleven. Per lui questo rappresenta un nuovo inizio, una seconda vita nella sua carriera motociclistica che può dargli nuove motivazioni e nuove ambizioni. Lui stesso ha ammesso il suo amore per la casa di Borgo Panigale, definendo un errore l’averla lasciata nel 2016. Ora può ricominciare proprio da lì e costruire un nuovo percorso, che un giorno potrebbe riportarlo anche in MotoGP. È vero che Iannone conta 34 primavere e ritornare sulla griglia più importante a livello motociclistico sarà durissima, ma il motorsport nella sua bellezza più profonda a volte può stupire.

Sarà molto interessante rivedere Andrea il prossimo anno di nuovo in sella e ci sarà molta curiosità nel capire cosa riuscirà ad ottenere. Soprattutto considerato che guiderà una nuova tipologia di moto, con cui lui non ha mai gareggiato. Il 2024 per lui sarà l’alba di una nuova era, quella in cui potrà dimostrare di essere veloce e competitivo anche a distanza di tempo dall’ultima gara corsa.

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