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Motor Valley

Antonio Giovinazzi, dalle monoposto alla corona di Le Mans

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Si è dedicato alle ruote scoperte, ma la gloria l’ha incontrata con i prototipi, salendo sul gradino più alto della corsa endurance più famosa al mondo, in un anniversario particolare. Antonio si è destreggiato tra diverse vetture e categorie che oggi gli regalano un’esperienza molto solida, in molti campionati.

Casco e ruote scoperte 

Fin da piccolo si era rivelato essere un amante delle quattro ruote e scoperto che sui kart andava forte, passo dopo passo iniziò a costruirsi la sua carriera nelle monoposto. Dopo aver vinto la Formula Pilota China e aver dimostrato nella Formula Abarth italiana, vincendo nell’ultima e unica tappa a cui ha preso parte, per Antonio si aprirono delle possibilità in Formula 3. Prima la serie britannica nel 2013, in cui si piazzò secondo e poi quella europea in cui ottenne lo stesso risultato nel 2015. Giovinazzi poi passò in GP2, l’anticamera della Formula 1 e non disattese le aspettative. Al suo primo anno infatti lottò per il campionato concludendo sempre sul secondo gradino del podio generale.

Riserva rossa

A fine 2016 Sergio Marchionne lo ingaggiò in Ferrari come terzo pilota e questo gli permise di muovere i primi passi all’interno della classe regina delle quattro ruote. Infatti Giovinazzi ebbe la fortuna di poter esordire subito nel 2017 sul sedile della Sauber per i primi due GP dell’anno, in Australia e Cina, per sostituire Pascal Wehrlein. Dal Bahrain il tedesco si riprese il suo sedile e per Antonio furono fissate sette prove libere, a cui prese parte il pugliese per continuare il suo programma di crescita. Anche l’anno successivo continuò il suo lavoro di apprendistato, per poi a fine anno essere annunciato come pilota titolare dell’Alfa Romeo Sauber per il 2019. Da quella stagione alla sua ultima attuale in F1, ovvero quella del 2021, Giovinazzi ha raccolto nove piazzamenti tra i primi dieci. Nel 2022 è tornato a far parte dei piloti di riserva per la Ferrari, compiendo qualche apparizione durante le sessioni del venerdì con la Haas.

Antonio Giovinazzi  a Imola durante il Gp dell’Emilia Romagna 2021 – credits to formula1.com

Esperienza internazionale

Antonio ha però dimostrato nella sua carriera di adattarsi molto bene anche ad altre competizioni e tipologie di vetture. Tra il 2015 e il 2016 svolse alcune gare tra il DTM, l’Asian Le Mans Series in cui vinse le tappe di Sepang e Buriram, l’European Le Mans Series e poi nel Mondiale Endurance, nel quale ha corso in LMP2 insieme alla squadra americana Extreme Speed Motorsports al Fuji e a Shangai, ottenendo anche un podio con il secondo posto. Nel 2018 prese invece parte alla sua prima 24 Ore di Le Mans, nella classe LMGTE insieme ad AF Corse, sulla Ferrari 488 GTE Evo, raggiungendo un quinto posto di categoria. Quello fu solo un assaggio di quanto sarebbe successo pochi anni dopo, quando visse un sogno ad occhi aperti, ma da assoluto protagonista.

Gloria centenaria

Nel 2023 è stato ingaggiato come pilota ufficiale sulla Ferrari Hypercar #51 pe competere nel FIA WEC. Il marchio del cavallino sarebbe tornato a Le Mans dopo 50 anni di assenza e a 58 dalla sua ultima vittoria. Un evento storico che avrebbe regalato la gloria a chiunque ne avesse preso parte. Il Mondiale è iniziato con la 499P che lottava per il podio e soprattutto che incantava sul giro veloce, ma a inizio anno il dominio della Toyota si fece molto pesante. Eppure i due equipaggi erano lì a ridosso delle vetture giapponesi e in battaglia constante con le Porsche. Anche per la 24 Ore de la Sarthe sembrava tutto già scritto, ma alla fine non fu così.

Quest’anno si è celebrato il centenario della storica gara. Cento anni dalla prima edizione, un traguardo storico, reso ancora più particolare dal grande ritorno della Ferrari. Giovinazzi conosceva perfettamente la grandezza dell’evento, come tutti gli altri piloti presenti in griglia. Chiunque decida di indossare un casco per passione o lavoro nella vita, uno dei suoi sogni sarà quello di vincere una 24 Ore di Le Mans. Al giovedì, davanti a tutti non c’era la sua #51, ma la #50 di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Nella gara del sabato quando però contava sbagliare di meno, lui e i suoi compagni James Calado e Alessandro Pier Guidi si sono fatti trovare pronti. La domenica sulle 16.00 circa la vettura guidata anche da Giovinazzi, tagliava il traguardo per prima, raggiungendo qualcosa di irripetibile, per l’importanza dell’evento e della ricorrenza e perché Antonio con i suoi colleghi ha riportato il Cavallino davanti a tutti a Le Mans dopo ben 58 anni.

Con questo risultato il pilota pugliese ha coronato il sogno di una carriera, scrivendo una pagina indelebile del motorsport, che da quel momento in poi porterà sempre la sua firma. Antonio è entrato nella storia dei motori e non solo della Ferrari.

Antonio Giovinazzi festeggia la vittoria della 24 Ore di Le Mans del 2023 nel parco chiuso – credits to fiawec.com

Puntata mondiale 

Ora si guarda al futuro; c’è un mondiale endurance da conquistare nel 2024, per riportare la Rossa davanti a tutti, non solo per una gara, ma sul gradino più alto della classifica generale. Giovinazzi ha le carte per costruire un capitolo importante per la sua carriera nelle gare di durata, per farsi un nome e continuare a crescere, per diventare un punto di riferimento, non solo a Maranello, ma anche nel motorsport.

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