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F1 | Franz Tost, manager amante dei motori

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Dopo 18 lunghi anni alla corte di AlphaTauri, conosciuta fino al 2019 come Toro Rosso, Franz Tost non sarà più al muretto a seguire il lavoro dei suoi ragazzi sulle due monoposto del suo team. L’austriaco si ritira dal mondo delle corse e a 67 anni decide di appendere le cuffie al chiodo, lasciando la squadra che ha guidato per quasi due decenni nelle mani di Laurent Mekies.

Senza casco ma con le cuffie 

Franz è nato e cresciuto in Austria e il suo idolo era Jochen Rindt. Per il suo connazionale pilota, aveva stima e ammirazione, così tanta da averne la propria camera tempestata di poster. La sua passione per le corse e le auto lo portarono a gareggiare come il suo idolo e ad indossare tuta e casco per provare a ripercorrerne i passi. Come pilota Tost non era nemmeno male, seppe destreggiarsi bene nelle categorie minori tra il 1979 e il 1985, in Formula Ford 1600, Formula 2000 e Formula 3. Nel 1983 si laureò campione nella Formula Ford 1600 austriaca prima di comprendere, che forse il suo accesso nel mondo del motorsport sarebbe potuto avvenire con un altro ruolo, senza casco, tuta o guanti.

I suoi studi di Management legati allo sport prima a Innsbruck e poi a Vienna lo aiutarono ad inserirsi nel mondo manageriale del mondo dei motori. I primi passi li mosse come istruttore nella Scuola di pilotaggio Walter Lechner, svolgendo anche il primo ruolo da Manager per l’omonimo team in Formula Ford e Formula 3. Dal 1989 al 2000 ebbe ulteriori esperienze in alcune squadre dei campionati minori come Eufra Racing Team, Vienna Racing Team e WTS Formula 3 Team, prima di approdare nel WEBER Management, dove occupò il ruolo di uomo marketing.

Da lì a poco però sarebbe arrivata per Franz l’occasione giusta. Nel 2000 venne nominato responsabile delle operazioni in pista per BMW Williams F1 e da quel momento cominciò il suo cammino nella classe regina delle quattro ruote. Rimase con la casa inglese dal cuore tedesco fino al 2005, anno i cui vestì i colori che poi ha portato per le seguenti 18 stagioni.

Legame con la Motor Valley

La Scuderia Toro Rosso, che nel 2005 ereditò il posto dalla Minardi, prendeva vita sotto la sua giovane, ma già sapiente mano, quando Dietrich Mateschitz decise di affidargli il progetto. Sotto la guida di Franz Tost la squadra non solo è cresciuta, ma si è scritta la propria storia, raggiungendo risultati incredibili e lanciando piloti che oggi rappresentano non solo l’élite del motorsport, ma ne fanno anche la storia. Il primo nome di rilievo passato per le mani di Tost fu un giovane tedesco di nome Sebastian Vettel. Il tedesco ottenne la prima storica pole position e la prima storica vittoria per il piccolo team di Faenza, che ancora oggi sono negli occhi di tutti gli appassionati. In quel frangente Franz raggiunse la vetta della Formula 1, con una realtà molto più piccola rispetto alle grandi squadre, ma che ha sempre saputo lavorare bene, con costanza e solidità.

La gioia vissuta quel giorno a Monza nel 2008, si è poi ripetuta più avanti con Pierre Gasly, ma sempre sullo stesso circuito. Evidentemente Franz ha sempre avuto un ottimo rapporto con l’Italia e nel 2020 sul tracciato brianzolo ha riportato il suo Team davanti a tutti, insieme al francese che l’anno prima a San Paolo in Brasile era arrivato sul podio in seconda posizione davanti a Lewis Hamilton. Tra l’altro per citare un po’ di numeri ottenuti da Tost nel 2019, quello del pilota di Rouen fu il secondo podio stagionale dopo il terzo posto di Kvjat in Germania, rendendo così quella stagione una delle più importanti.

Il Team Manager austriaco ha ottenuto anche un altro podio in Azerbaigian sempre con Gasly, ma il suo vanto e il suo successo stanno anche nei piloti che sono usciti dalla squadra per diventare grandi. Se nomi come Alex Albon, Carlos Sainz o quelli citati fino ad ora non bastano, basti pensare che Tost tra le sue mani fino a qualche anno fa ha avuto l’attuale dominatore della F1: Max Verstappen.

Franz oggi si lascia un team alle sue spalle che ha saputo rendere vincente e una perfetta culla dalla quale lanciare i talenti del domani. Lo sa bene Red Bull e i suoi dirigenti, che quando hanno affidato il ruolo all’austriaco ci hanno visto lungo e lui in 18 anni li ha ripagati con fedeltà e risultati concreti ottenuti in pista.

Un uomo che ha messo al centro del suo lavoro, la passione che aveva fin da ragazzo, trasformando una piccola realtà di una città romagnola in una squadra di successo. Ligio al suo dovere, chiaro e diretto quando si è presentato davanti ai microfoni. Schietto e sereno, consapevole che per 18 lunghi anni lui il suo lavoro lo ha svolto sempre al 100%, così da non rimpiangere nessun momento.

Al suo successore lascia un progetto con basi solide e affermate, che ha visto crescere e oggi è pronto a lasciar camminare da solo verso nuovi obiettivi e grandi successi.

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