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Paola Cazzola, una guerriera in pista

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worldsbk.com

Occhi vispi, sorriso smagliante e carattere tenace, da vera combattente. Paola Cazzola è una pluricampionessa che ha raggiunto traguardi incredibili, siglando momenti storici nel motociclismo, soprattutto per quanto riguarda il movimento del motorsport al femminile. Lei come tante sue colleghe della sua epoca, hanno dimostrato che le donne possono competere con gli uomini e batterli, diventando un esempio.

Dal motocross alla pista

La storia di Paola inizia dallo sterrato. Nel motocross conquista un secondo posto nel campionato italiano femminile nel 1997, prima di trasferirsi in America per gareggiare lì. La pilota veneta dopo le prime esperienze off road, decise di girare il mondo, lavorando, tra Honk Hong e Thailandia, esperienze di vita che l’arricchirono ulteriormente. Quando rientrò in Italia, nei primi anni 2000, però la passione per le due ruote non era venuta meno, anzi in quel periodo ci fu il colpo di fulmine con la pista. Nel 2005 dimostrò subito tutto il suo valore: tre vittorie e due secondi posti che le permisero di laurearsi campionessa italiana, in sella ad una Ducati 999 del team Y2K. Fu dopo questa vittoria che ebbe l’occasione della vita di provare una Ducati MotoGP a Valencia, grazie ad un test proposto dalla Gazzetta Dello Sport.

Un giorno da sogno

Nel novembre di quella stagione infatti Paola volò in Spagna per guidare la GP5 di Loris Capirossi. Paola in quel giorno visse emozioni uniche, difficili da dimenticare. L’ansia prima di salire in sella ad un prototipo vero e proprio da corsa, l’adrenalina che solo certi momenti ti fanno provare e la voglia di stupire, perché quei pochi giri valevano tanto. In pista con lei c’era anche Àlex Crivillé, primo e unico pilota spagnolo campione nella classe 500cc. Un onore poter girare con un atleta del suo calibro e poterne vedere le linee, oltre che lo stile di guida unico. Paola da quell’esperienza si portò a casa tantissima soddisfazione, per aver guidato forse la moto più potente in circolazione, ma anche la tanta fatica, come lei stessa commentò alla Gazzetta Dello Sport, impiegata per stare in sella alla Rossa di Borgo Panigale.

Con il coltello tra i denti

Paola di cose ne ha fatte e di obiettivi ne ha conquistati da quel giorno in avanti. Nel 2009 nella R6 Cup a Vallelunga ha messo in fila tutti i suoi colleghi uomini, andando a vincere il terzo round del trofeo monomarca ideato dalla Yamaha. Paola vinse quella corsa a modo suo, battagliando con i suoi avversari fino alla fine. Sul circuito romano si trovò a suo agio fin dalle prove e durante il weekend fu un crescendo fino ad arrivare alla vittoria. Un momento storico per lei, che dopo quell’affermazione ottenne sempre più stima dai suoi rivali.

Una storia da ricordare e tramandare

La pilota vicentina ha scritto una delle pagine più belle della sua carriera nel 2010; anno in cui prese parte al Mondiale Supersport, prima donna a farlo. Per quella stagione ottenne un contratto con il team Kuja Racing equipaggiato con una CBR600RR. Paola nelle prime quattro gare conquistò tre punti a punti; i primi due a Phillip Island, nel round di apertura della stagione, e il terzo ad Assen poco prima di essere lasciata a piedi dalla sua squadra. Però più avanti nello stesso anno ottenne l’occasione di guidare una Yamaha R6 a Misano, come wild card.

La storia di Paola fatta di passione e sacrificio è l’ennesimo esempio che le quote rosa hanno stoffa da vendere e possono dimostrarlo in qualsiasi campionato. Lei ha avuto l’occasione di vivere un sogno unico sulla Desmosedici GP, ma ha saputo anche costruirsi un sentiero solido e concreto che l’ha portata a scrivere la sua storia motociclistica. Queste sono le storie che non devono essere dimenticate, ma protette e tramandate affinché le nuove generazioni femminili non abbiano paura di seguire i propri sogni e di lottare per le proprie passioni.

 

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