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Lamborghini SC 63, buoni riscontri da Daytona

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La Lamborghini SC63 ha fatto il suo debutto anche oltreoceano, in occasione dei test collettivi di Daytona organizzati dall’IMSA, obbligatori per poter partecipare al campionato americano e propedeutici alla definizione del Balance of Performance, fondamentale per livellare le prestazioni delle varie auto in gara, molto diverse tra loro per tecnologie utilizzate. Per questo motivo le prestazioni non possono essere ancora significative, non essendo ancora in vigore l’arbitro degli arbitri delle competizioni endurance, che tanto fa discutere gli appassionati e gli addetti ai lavori, ma che è attualmente un male necessario.

Oltre 1000 km percorsi e miglior tempo del primo giorno

Il Team Lamborghini Iron Lynx ha portato in pista una vettura che, dall’aspetto esteriore, sembra essere invariata rispetto a quanto visto nei precedenti test europei. La differenza sostanziale è nella livrea, che presentava nella parte anteriore una fascia bianca, che sostituisce la fascia nera della presentazione e caratterizzerà la colorazione dell’auto nella campagna a stelle e strisce. La SC63 ha compiuto, stando ai dati forniti dalla Casa di Sant’Agata Bolognese, ben 1150 chilometri in due giorni di attività in pista, senza problemi tecnici di grande rilevanza, il che è senz’altro una buona notizia per un progetto ai primi vagiti. La prestazione è parsa buona, con la verdona in testa nella classifica dei tempi della prima giornata, grazie al tempo di 1’35″027. A inizio di quest’anno la pole position di Tom Blomqvist sull’Acura fu di 1’34″031, mentre la BMW guidata da Nick Yelloly, più lenta di classe, girò in 1’34″846. Difficile dire se il sodalizio emiliano-romagnolo abbia cercato il tempo, ma questo deve bastare per far capire che, con i pochi dati in possesso, non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi.

Da ricordare anche che la SC 63 non sarà della partita per la prossima 24 Ore di Daytona, in quanto Lamborghini ha deciso di ritardare il più possibile l’omologazione dell’auto, saltando la grande classica americana per debuttare alla 1812 km del Qatar, prima prova del Mondiale FIA WEC. Negli States, il marchio del Toro farà il suo esordio alla 12 Ore di Sebring, in un tracciato sconnesso e particolare, molto diverso da quello di Daytona Beach. Secondo il Team Principal di Iron Lynx Andrea Piccini, intervistato da motorsport.com, «il passo c’è e siamo stati sorpresi di essere subito competitivi, anche se siamo lontani dall’essere perfetti dal punto di vista del propulsore ibrido».

Una line-up ancora da completare

Sul tracciato della Florida si sono alternati al volante i quattro piloti fino a qui annunciati: Andrea Caldarelli ha girato per tutto il primo giorno, mentre Daniil Kvyat, Mirko Bortolotti e Romain Grosjean hanno guidato la SC 63 durante il secondo e ultimo giorno di test. Sappiamo già che Kvyat e Bortolotti parteciperanno nel WEC, così come Caldarelli è già certo di essere al volante in America. Prevedibilmente farà coppia con Grosjean, impegnato anche nel campionato IndyCar e logisticamente più favorevole ad un impiego nel Nuovo Continente. Il programma di test continuerà domani e mercoledì 13 dicembre al Circuit of The Americas di Austin, in Texas, ed è ancora da capire se saranno solo questi i protagonisti dell’ultima sessione del 2023.

Giorgio Sanna, Responsabile Motorsport di Lamborghini, non ha infatti ancora reso noti i nomi gli ultimi due piloti. Un annuncio è atteso per il prossimo futuro e più di un indizio è già di dominio pubblico. Edoardo Mortara e Matteo Cairoli hanno svolto un breve test a Jerez lo scorso settembre e, sebbene non fossero sotto contratto, è possibile che saranno proprio loro gli ultimi due tasselli del mosaico. Per lungo tempo, infatti, è sembrato che il quinto pilota sarebbe potuto essere Raffaele Marciello, ma l’italo-svizzero si è infine accordato con BMW per un programma che non è stato ad oggi annunciato. Da capire come saranno suddivisi gli ultimi piloti ancora da annunciare, sebbene debba essere considerato che entrambi gli equipaggi disputeranno la 24 Ore di Le Mans in programma il prossimo giugno. Il regolamento tecnico in comune prevede infatti una soluzione di questo tipo, che Lamborghini non si farà sfuggire.

Cosa aspettarsi dall’SC 63?

Una rondine non fa primavera, anche se il buongiorno si vede dal mattino e chi ben comincia è già a metà dell’opera. È difficile dire quale sia la reale competitività della SC63, considerando che il primo confronto diretto su pista è stato in un test collettivo e senza BoP. I primi confronti reali si potranno fare senz’altro dopo la prima gara del WEC in Qatar, dove le cinque LMH iscritte, tre Ferrari e due Toyota, sono sicuramente favorite, e dopo l’esordio di Sebring. Come si è visto dalle prestazioni di Porsche e Cadillac, non essendoci il confronto con le Hypercar, negli Stati Uniti Lamborghini potrà sicuramente dire la sua. Nel WEC, le vetture con regolamento LMDh hanno mostrato i propri limiti, non riuscendo ad essere al passo di Ferrari e Toyota. Il meccanismo di bilanciamento delle prestazioni dovrebbe riuscire a livellare le performance anche tra automobili tecnologicamente molto diverse tra loro, ma alla prova della pista, nel primo anno del nuovo corso del mondiale, questo non è accaduto. È difficile quindi aspettarsi miracoli da Lamborghini nel campionato iridato, ma l’ultima parola spetterà al cronometro e alle otto tappe del WEC.

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