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Motociclismo | Liberty Media acquisisce Dorna. F1, MotoGP e SBK con la stessa proprietà

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motogp.com


Carmelo Ezpeleta e Stefano Domenicali ad un evento del 2022 a PamplonaDopo settimane di indiscrezioni, è ora ufficiale. Non è un pesce d’aprile. Liberty Media, colosso mediatico americano già proprietario dei diritti per l’organizzazione della Formula 1, ha raggiunto l’accordo per l’acquisizione di Dorna Sports, azienda con sede a Madrid organizzatrice di svariati campionati motociclistici, tra cui MotoGP, Moto2, Moto3, MotoE, World Superbike, Supersport e Supersport 300. I principali mondiali a due ruote sono quindi sotto lo stesso tetto della più importante rassegna automobilistica iridata.

I dettagli dell’operazione

Come da comunicato ufficiale, «Liberty Media acquisirà l’86% di MotoGP (Dorna, ndr), mentre il management di MotoGP manterrà circa il 14% del proprio capitale. La transazione riflette un valore d’impresa per MotoGP di 4,2 miliardi di euro e un valore azionario di 3,5 miliardi di euro, mentre il debito esistente di MotoGP dovrebbe rimanere in vigore dopo la chiusura. Il corrispettivo in azioni per i venditori dovrebbe essere composto per circa il 65% da contanti, per il 21% da azioni ordinarie di Serie C di Liberty Formula One (Nasdaq: FWONK) e per il 14% da azioni del management di MotoGP. Il corrispettivo in contanti sarà finanziato con un mix di contanti e debito, in base alle condizioni di mercato. Il corrispettivo in azioni di FWONK sarà valutato sulla base del prezzo medio ponderato per il volume a 20 giorni prima della chiusura della transazione. Liberty Media ha la facoltà, a sua esclusiva discrezione, di consegnare ulteriori contanti al posto delle azioni ordinarie di FWONK. L’acquisizione dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno 2024 ed è soggetta al ricevimento di autorizzazioni e approvazioni da parte delle autorità competenti in materia di concorrenza e di investimenti esteri nelle varie giurisdizioni».

Questo significa che Liberty Media, consapevole di quanto successo in passato, quando CVC Capital, proprietaria di Dorna, dovette vendere la società iberica prima di acquisire il controllo della F1 su richiesta dell’antitrust dell’Unione Europea, ha ben chiaro che le varie autorità potrebbero impedire l’operazione. Il CEO del gruppo americano Greg Maffei, in una videoconferenza con gli azionisti, ha però precisato la fiducia dell’azienda nel ricevere l’ok dalle antitrust, ritenendo che ci sia «un ampio mercato per le proprietà sportive e di intrattenimento, di cui la Formula 1 e la MotoGP sono solo un piccolo sottoinsieme, e che il mercato abbia continuato a cambiare rispetto al periodo in cui è stato precedentemente sottoposto a una revisione importante. Inoltre, ricordo di aver parlato con i dirigenti della CVC, che avevano tempi stretti per concludere l’accordo per l’acquisto della F1 e loro erano un fondo di private equity che stavano avendo un grosso guadagno da una situazione già esistente e dovevano ancora trovare un accordo per l’acquisizione della Formula 1». L’iter ufficializzato oggi seguirà ora diversi passi, per arrivare al closing ufficiale entro la fine del 2024. 

Chi guiderà la nuova Dorna?

Nelle righe precedenti del comunicato diramato oggi, Liberty Media ha precisato che «Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna dal 1994, continuerà a dirigere l’azienda con sede a Madrid». Maffei ha anche aggiunto che «questo è un prodotto incredibile, non abbiamo intenzione di cambiare questo sport. Si tratta di un grande sport con una grande base di fan, con una competizione e un’emozione incredibili. Il nostro obiettivo è quello di aprirlo a un pubblico più vasto e a una serie più ampia di partner commerciali di tutti i tipi. E credo che queste cose vadano di pari passo». Queste parole dovrebbero quindi confermare Ezpeleta alla guida del gruppo leader delle due ruote, ma si potrebbe pensare a dichiarazioni di circostanza, in attesa della conclusione definitiva dell’affare. Nel 2016, quando Liberty annunciò l’accordo per l’acquisto di Delta Topco, la holding di gestione della F1 poi rinominata Formula One Group, dichiarò subito la nomina di Chase Carey come nuovo presidente del gruppo, sostituendo Peter Brabeck-Letmathe. Alla conclusione dell’accordo, Carey venne poi nominato CEO di FOG, sostituendo Bernie Ecclestone, che aveva tenuto le redini del Circus dalla fine degli anni ’70.

Il fatto che Liberty non abbia creato una figura di Presidente al di sopra di Ezpeleta potrebbe far pensare a un mantenimento del manager spagnolo al suo posto. Va comunque considerato che mister MotoGP ha 78 anni, quindi nel medio termine il problema della successione potrebbe essere di attualità.

Quanto cambierà il motociclismo?

Questo accordo, qualora verrà finalizzato, impatterà sulla MotoGP. Sicuramente questa avrà delle modifiche, nei prossimi anni, per migliorare ancora di più l’appeal verso gli sponsor e verso il pubblico. C’è da considerare però che quattro ruote e due ruote sono mondi totalmente differenti tra loro e, nel motociclismo, è impiegata una minore quantità di denaro. Basta pensare al costo delle motociclette stesse rispetto alle auto ad alte prestazioni per capire la differenza di budget richiesto, anche per i clienti che tutti i giorni che vogliono acquistare un bolide. Per capirci, se voglio acquistare una motocicletta come una Ducati Panigale V4R, diretta sorella della dominatrice degli ultimi due mondiali SBK, avrei bisogno di circa 45.000 euro. Se volessi acquistare la versione stradale anche solamente di una Ferrari 488, il prezzo sarebbe molto maggiore. Sia chi fa lo sport, che chi lo segue e si può permettere certe spese, hanno portafogli diversi tra i due mondi. Inoltre, quello delle auto è più “borghese” rispetto a quello delle moto. Difficile che la ricetta che ha funzionato in F1 abbia lo stesso successo nel motomondiale.

Inoltre, è necessario fare un passo indietro e guardare tutto il pacchetto Dorna. Liberty Media, nel comunicato, ha fatto un brevissimo accenno agli altri campionati posseduti dall’azienda iberica, come Moto2, Moto3 ma soprattutto Superbike e tutti quelli al di fuori dell’orbita della MotoGP. Anzi, possiamo dire che la parola “Dorna” è stata sostituita direttamente con “MotoGP”, come se fossero sinonimi. E non è così. Questo denota una grande sottovalutazione di tutto l’impero Dorna, che controlla gli universi MotoGP, Superbike, la MotoE, la JuniorGP (ovvero i campionati Moto3 e Moto2 spagnoli e la European Talent Cup), la Red Bull Rookies Cup, l’Asia Talent Cup, il neonato campionato mondiale femminile e altri campionati propedeutici in tutto il globo, comprese le finali mondiali FIM di minimoto. Dorna, di fatto, controlla tutto il motociclismo internazionale su pista, salvo il Mondiale Endurance EWC.

L’acquisizione di Dorna da parte di Liberty Media impatterà su gran parte del motociclismo mondiale, MotoGP a parte. Per la prima volta poi, Liberty si troverà a rapportarsi con i prodotti di mercato dei costruttori che partecipano ai campionati, entrando maggiormente nel business dei propri partner. Questa è una sfida inedita per il colosso statunitense, se la vuole cogliere. Il trattamento “snob” nei confronti dei vari campionati, soprattutto quelli per derivate dalla serie, potrebbe anche far pensare a un disinteresse nei loro confronti. Una mancata attenzione che potrebbe sfociare nella cessione dei diritti di organizzazione di quei campionati o in una svalutazione per incuria degli stessi. Inoltre, controllando una filiera così importante di campionati, Liberty avrebbe un maggior legame con la Federazione Internazionale del Motociclismo. Considerando l’alta tensione che c’è attualmente con la FIA, questo aspetto desta ulteriore curiosità.

Le “gare” saranno tante, su diversi “tracciati”, per Liberty Media. Tracciati inesplorati, molto diversi da quelli percorsi con la Formula 1. Il motociclismo è un settore completamente diverso e le stesse ricette potrebbero non funzionare. Non ci resta che aspettare e vedere, senza farsi prendere dal panico. Chi investe così tanti soldi su un business dovrebbe sapere analizzare le varie situazioni e agire di conseguenza. Le evoluzioni saranno d’obbligo, per le rivoluzioni meglio attendere.

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