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MotoGP | Bagnaia, da Barcellona al bis iridato

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"Pecco" Bagnaia festeggia la vittoria del suo secondo campionato MotoGPL’ultimo atto della MotoGP 2023 ha decretato Francesco Bagnaia come campione del mondo, il terzo, dopo Valentino Rossi e Marc Marquez a ripetersi dal 2002 in avanti. La stagione del pilota di Chivasso non è stata semplice e non solo per essersi trovato di fronte un avversario molto forte come Jorge Martin. Lo spagnolo, rispetto allo scorso anno, ha imparato ad essere costante e a sprecare meno punti. Una qualità, insieme alla velocità pura esaltata dalle Sprint Race, che lo hanno reso particolarmente insidioso per tutto l’anno. Bagnaia però non ha dovuto affrontare solo Martin, ma anche altri due ingombranti avversari.

Un anno di Sprint Race

Facendo un passo indietro, a conti fatti, le gare corte non sono state decisive per l’assegnazione del mondiale. Bagnaia, infatti, avrebbe vinto anche senza le gare del sabato. In questa speciale classifica, Martin ha conquistato però 28 punti in più del pilota della Ducati Lenovo e il nuovo ritrovato del regolamento sportivo ha tenuto a galla l’alfiere del Prima Pramac, portando il campionato all’ultimo appuntamento. Senza le Sprint, il campionato sarebbe finito dopo il decimo posto di Martin in Qatar. Questo stando all’aritmetica, ben consapevoli che l’esistenza della gara corta abbia cambiato l’approccio al weekend, condizionando potenzialmente il risultato sportivo dei Gran Premi.

Risollevarsi dopo Barcellona

L’altro avversario di Bagnaia è stata la prima partenza del GP di Catalunya. A Barcellona, un highside apparentemente inspiegabile, parso non frutto di un errore di guida, ha proiettato in aria Bagnaia, facendolo ricadere davanti alle ruote degli avversari che sopraggiungevano. Brad Binder ha investito le gambe il torinese, con conseguenze che avrebbero potuto essere gravissime. Fortunatamente, a parte qualche contusione, non ci sono state altre conseguenze esterne. Una settimana più tardi, infatti, Bagnaia ha conquistato un doppio terzo posto a Misano, sembrando incredibilmente incolume. Da lì è invece iniziata una spirale poco fortunata: una serie di gare senza vittorie, cinque tra sprint e GP, continuata anche dopo il trionfo in Indonesia, fino proprio a Valencia. È stata questa la svolta della stagione? Probabilmente sì, una sterzata alla storia del campionato che è stata forse troppo sottovalutata. Un incidente così spaventoso avrebbe piegato chiunque e forse ha messo in crisi anche il campione del mondo in carica, incolume si, ma scalfito nel suo animo di combattente.

Che sia subentrata la normale fragilità dell’uomo, all’eroismo motociclistico di “dottorcostiana” memoria? È possibile ed è una cosa assolutamente normale. Non bisogna dimenticare che, i piloti, rimangono comunque uomini e una botta di quel tipo, qualche cicatrice la lascia. Non dev’essere stato semplice continuare dopo aver subìto un incidente che potenzialmente avrebbe potuto costargli la carriera o anche di più. Vedersi le moto dei propri colleghi sfiorarsi il casco, il corpo, fino a sentire due ruote sopra le gambe, è un’esperienza potenzialmente traumatica per chiunque. È da quel trauma, da quelle frazioni di secondo, che chissà per quanto tempo sono state un “replay” ininterrotto nella sua mente, che “Pecco” è dovuto riemergere. Non è stato solo Martin l’avversario da sconfiggere, ma anche l’ineluttabile pericolosità del mondo delle corse, vissuta sulla propria pelle, quella domenica 3 settembre 2023. È da lì, dal momento più spaventoso della sua carriera, che Bagnaia è dovuto ripartire, correndoci sopra, macinando chilometri su chilometri, per arrivare a fare ciò che nemmeno Casey Stoner era riuscito a compiere: riconfermarsi sulla Ducati ed essere il primo pilota MotoGP a rivincere con il numero ‘1’ sul proprio cupolino.

 

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