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Ducati 750 GT, la svolta di Borgo Panigale

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L’antesignana delle moderne motociclette di Borgo Panigale. Prodotta tra il 1971 e il 1974, la Ducati 750 GT non solo è un raro esemplare di bellezza ed eleganza, ma ha segnato una vera e propria svolta nella storia della casa bolognese: fu infatti il primo modello a montare il motore bicilindrico, il cosiddetto “pompone”. Ma il prodotto del genio dell’ingegner Fabio Taglioni, storico capo progettista della Ducati, non fu subito un successo.

Il contesto

Negli anni ‘70, il mondo del motociclismo viene stravolto dall’arrivo delle moto di grossa cilindrata, in particolare le giapponesi, che raggiungono il mercato europeo. Più di tutte, è la Honda CB750 quattro cilindri a cambiare le carte in regola: tutti i produttori europei sono chiamati a rispondere; tra questi anche Ducati, che per reagire si affida al suo capo progettista Fabio Taglioni.

L'iconica Honda CB750 quattro cilindri

L’iconica Honda CB750 quattro cilindri (source: Honda.com)

La svolta

Non è un periodo particolarmente florido per la casa di Borgo Panigale, ancorata alle sue storiche quattro tempi monocilindriche. L’idea iniziale di Fabio Taglioni è quella di un motore caratterizzato da una configurazione dei cilindri a V, con un angolo di 60°; alla fine, l’ingegnere romagnolo, anche per via dell’influenza dell’Amministratore Delegato Arnaldo Milvio, opterà per una configurazione bicilindrica a L di 90°, attorno alla quale disegna la Ducati 750 GT. Il modello, che vanta una potenza di 60 Cv e una cilindrata di 748 cc, viene per la prima volta presentato al pubblico in occasione del Salone Olympia di Londra del 1971, rendendosi da subito inconfondibile per il sound del suo motore. Tuttavia, la 750 GT non ottiene il successo sperato, e fatica a tenere testa alla concorrenza delle maxi-moto giapponesi. L’influenza e l’eredità lasciate da questa moto saranno però tremendamente significative, e nel giro di pochi anni indicheranno una svolta nella storia di Ducati.

Il successo nelle competizioni motoristiche

Sulla base della 750 GT, nel 1972 Fabio Taglione progetta la Ducati 750 Imola Desmo; la principale novità è rappresentata dal motore a distribuzione desmodromica, e non tradizionale. La 750 Imola Desmo viene progettata appositamente per partecipare alla 200 miglia di Imola, a cui avrebbero partecipato i migliori piloti dell’epoca, tra cui Giacomo Agostini. La corsa, tuttora ricordata come una delle più spettacolari di sempre, fu un successo assoluto per la casa di Borgo Panigale: Paul Smart portò la sua 750 Imola Desmo alla vittoria, precedendo l’altra Ducati, di Bruno Spaggiari. Questa vittoria, conquistata grazie a una moto “figlia” della 750 GT, ha determinato una svolta nell’approccio di Ducati al mondo delle corse, cambiando il suo destino nell’ambito delle competizioni motoristiche. Sull’onda di questo successo, nel 1973 venne progettata anche la Ducati 750 Supersport, altra moto storica, che nelle mani di Cook Nelson trionfò nella 200 miglia di Daytona del 1977. 

Paul Smart in sella alla Ducati 750 Imola DesmoPaul Smart in sella alla Ducati 750 Imola Desmo (source: Ducati.com)

Fonte: Ducati.com

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