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Silk-Faw, promessa fantasma della Motor Valley

Una grande illusione della Motor Valley: il gruppo Silk-Faw è nato con grandi aspettative, ma non ha mantenuto le promesse.

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Il logo del gruppo silk-faw

Un ambizioso progetto della Motor Valley che non ha mai visto la luce. L’esperienza cinese della Silk-Faw, secondo i piani originali, avrebbe dovuto portare a Reggio Emilia una delle supercar elettriche più innovative al mondo: così non è stato.

Grandi aspettative

Tutto ha inizio nel 2021: viene annunciata la joint venture tra la società statunitense Silk EV, specializzata nell’elettrico, e Hongqi, marchio del gruppo automobilistico cinese FAW. L’obiettivo dichiarato di questa partnership è quello di realizzare una supercar elettrica di lusso.

Silk EV ha già un centro operativo a Modena: anche per questo viene deciso di produrre la vettura proprio nella Motor Valley. Gavassa, nel reggiano, sarà la base del gruppo. Inizialmente, si parla di un investimento di ben 1,2 miliardi di euro per la costruzione dei nuovi stabilimenti Silk-Faw nella Motor Valley, che sarebbero stati il centro di sviluppo della nuova supercar.

Il progetto di Silk-Faw: la Hongqi S9

In realtà, già nel 2019 Hongqi aveva mostrato interesse verso il settore delle supercar. Un primo prototipo della Hongqi S9 è stato presentato in quell’anno al Salone di Francoforte. Il progetto però ha acquistato più concretezza, o almeno così sembrava, dopo l’incontro con Silk.

La joint venture sino-americana vuole fare le cose in grande. Colossi della Motor Valley come Ferrari, Lamborghini e Maserati vengono tirati in ballo sia come ispirazione che come possibili competitor.

Il progetto della Hongqi S9 riflette queste aspirazioni. Per il telaio, Silk-Faw si rivolge alla Dallara. Per le coperture, il gruppo sceglie gli pneumatici P Zero della Pirelli. La matita scelta per dar vita al progetto è quella di Walter de Silva, designer italiano di fama mondiale con un passato in Alfa Romeo e nel gruppo Volkswagen.

La S9 è solo il primo modello di una lunga gamma di vetture. Si inizia con un’ibrida, con l’obiettivo di arrivare a produrre auto al 100% elettriche per il 2024.

La S9 è spinta da un V8 biturbo affiancato da un motore elettrico che permette di percorrere 40 km a emissioni zero. La potenza complessiva è di 1.400 cv, per una velocità massima dichiarata di 400 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 1,9 secondi.

Silk-Faw sembra avere tutte le carte in regola per imporsi come uno dei produttori di supercar elettriche più importanti al mondo. Il gruppo punta a produrre 500 esemplari della sua prima vettura da lanciare sul mercato entro il 2023 al prezzo di 2 milioni di euro. Nel 2021, Silk-Faw presenta la Hongqi S9 anche agli occhi del pubblico italiano in occasione del Salone di Milano.

il prototipo della supercar ibrida di silk-faw Hongqi S9

Il prototipo della supercar ibrida del gruppo Silk-Faw Hongqi S9 (© Pirelli)

Dal silenzio alla scomparsa

Da quel momento, per circa un anno non si sente più parlare del progetto da nessuna parte. I vertici della joint venture tornano a farsi sentire nel 2022. Con un comunicato, il Chairman Jonathan Krane rompe il silenzio e ribadisce l’impegno del gruppo per la buona riuscita del progetto, per cui sono previsti nuovi investimenti.

Le promesse però vengono nuovamente disattese; i nuovi stabilimenti nel reggiano non vengono edificati nei tempi previsti. La Regione Emilia-Romagna revoca così gli importanti finanziamenti che il gruppo Silk-Faw si era aggiudicato, con la prospettiva di investire fino a 11 milioni di euro nella Motor Valley.

Le controversie non finiscono qui. Silk-Faw si trova anche immischiata in una battaglia legale dopo le querele di un gruppo di ex dipendenti, diventando oggetto di accuse molto pesanti di truffa e insolvenza fraudolenta. Il gruppo quantomeno salva la faccia onorando i propri debiti e pagando gli arretrati agli ex lavoratori dell’azienda.

Cala così il sipario sulla joint venture Silk-Faw, quello che sembrava essere un progetto ambizioso, pronto a elevare la Motor Valley, ma che in realtà non ha mai avuto le basi per affermarsi davvero.

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