Motor Valley
Vyrus, breve storia di pura follya
Lo slogan della Vyrus sintetizza perfettamente la missione dell’azienda: «Pura follya tecnologica». La giovane casa produttrice di moto fatte “su misura” fondata a Cerasolo, nel riminese, fin dal momento della sua nascita ha fatto dell’innovazione il suo obiettivo centrale.
Gli inizi alla Bimota
La storia di Ascanio Rodorigo, fondatore della Vyrus, comincia nelle officine della Bimota. Negli anni Ottanta, Rodorigo lavora come tecnico nella casa riminese; è il periodo in cui Pierluigi Marconi, capoprogettista della Bimota, sviluppa il progetto Tesi, che si concretizza nel 1990 con la Tesi 1D, primo modello della serie; una moto straordinariamente innovativa, la prima stradale con forcellone anteriore. Cinque anni prima però Rodorigo lascia la Bimota per fondare nel 1985 la ARP – Ascanio Rodorigo Preparazioni, dove con alcuni amici produce moto artigianali “una tantum”; la svolta arriva nei primi anni del nuovo millennio.
Bottega all’avanguardia
Facendo tesoro della sua esperienza alla Bimota, nel frattempo fallita, Rodorigo progetta nei primi anni Duemila una moto che riprende l’anima della Tesi; il suo sviluppo avviene a tempo record: viene infatti completato in sole sei settimane, con l’obiettivo di presentare un prototipo al Bike Show di Padova del 2002. Il progetto prende forma nella Vyrus 984 C3 2V, interamente costruita a mano; il linea con la Tesi, si differenzia da quest’ultima per l’utilizzo di materiali più pregiati e per l’assenza della forcella anteriore, sostituita da un forcellone direttamente incernierato nel telaio. Su di essa viene montato un propulsore Ducati a due valvole a comando desmodromico di 991 cm³, raffreddato ad aria. I tempi ristretti in cui il progetto viene portato alla luce costringono i soli cinque artigiani a lavorare a ritmi serrati; un enorme sforzo che porterà tutti, tranne Ascanio, ad ammalarsi: da qui il nome Vyrus.
Il modello successivo risale al 2005; si tratta della Vyrus 985 C3 4V. Viene trovato in questo caso un accordo per sviluppare il progetto in sinergia con la Bimota, nel frattempo risorta dalle ceneri. Vengono quindi lanciati sul mercato due modelli: quello della Vyrus monta motore Testastretta DesmoQuattro della Superbike di Borgo Panigale; la versione della Bimota, che prende il nome di Tesi D2, è del tutto simile, ma è spinta da un propulsore DesmoDue. Entrambi i modelli, venduti tra il 2006 e il 2007, riscuotono un discreto successo, e i pochi esemplari prodotti vengono tutti venduti. La dicotomia Vyrus-Bimota offre ai clienti la possibilità di scegliere tra due modelli pressoché identici, se non per il sistema di raffreddamento del motore, ad aria o a liquido.
La produzione continua negli anni successivi. Nel 2009 viene presentata la Vyrus 987 C3 4V, che viene resa disponibile nelle versioni R, standard e Supercharged. In particolare quest’ultima, spinta dal propulsore bicilindrico Ducati 1198, arriva ad erogare una potenza di ben 211 cv; s’impone come una delle moto più potenti e leggere al mondo, facendo registrare un rapporto peso/potenza paragonabile a quello delle SuperBike. In seguito, viene lanciata nel 2015 la Vyrus 986 M2, moto che riprende lo spirito agonistico del suo fondatore, che più volte in passato si è reso protagonista sulle piste. La 986 M2 è a tutti gli effetti una moto da competizione omologata per la strada, realizzata con tecnologie e tecniche realmente utilizzate per le moto da corsa. Inoltre, viene commercializzata insieme con il Kit racing, che consente di adattare sulla moto il proprio propulsore Honda CBR 600 RR, in modo da renderla pronta per essere portata in pista.
L’extraterrestre della Motor Valley
Per il prossimo modello della Vyrus bisogna attendere il 2020, anno in cui sbarca a Rimini un extraterrestre: si tratta della Vyrus Alyen. Il progetto definitivo della Vyrus, che racchiude tutti gli anni di innovazioni e sfide tecnologiche affrontate all’interno della Motor Valley. Il concetto tecnico della Bimota Tesi viene esasperato e rivisto in chiave avanguardistica dalla matita di Adrian Morton. Si tratta sicuramente della Vyrus più estrema sotto tutti i punti di vista, concetto tecnico, prestazioni anche materiali; quasi tutti gli elementi funzionali vengono infatti realizzati in magnesio, materiale delicato ma che garantisce un significativo risparmio di peso rispetto alle leghe di alluminio.
Il carattere artigianale da sempre mantenuto dalla Vyrus, con un’attenzione meticolosa prestata alle richieste del cliente, non rende le sue moto accessibile alla stragrande maggioranze degli appassionati; nella sua storia però è riuscita ad attirare clienti di altissimo prestigio, diventando il brand motociclistico preferito di alcune delle più famose star hollywoodiane, tra cui Keanu Reeves e Tom Cruise.
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